2 ottobre 2010

La pagella di Veltroni

Dal Misfatto (Inserto satirico de Il Fatto Quotidiano) del 26 settembre

Italiano: Bene negli scritti, provoca grossi problemi durante gli orali: a causa della monotonia della sua voce e dei suoi concetti ha involontariamente ipnotizzato il supplente di lettere che in seguito allo shock ha preferito abbandonare l'insegnamento per dedicarsi a qualcosa di meno stressante: le rapine a volto coperto.

Storia: Rende le interrogazioni una tortura per il docente: non cita mai apertamente l'avversario del personaggio storico o della fazione per cui nutre simpatia affermando, ad esempio, che nel '45 i Russi erano così vicini a Berlino da costringere al suicidio in un bunker il principale esponente dello schieramento a loro avverso.

Geografia: A volte sembra confuso con i punti cardinali; solo a fine anno abbiamo appurato che confonde sistematicamente la destra con la sinistra: non lo fa in malafede come D'Alema ma i risultati sono quasi gli stessi. Mostra interesse per l'Africa dove spera di andare un giorno ad aiutare chi non sarà riuscito a scappare vedendolo arrivare.

Storia dell'arte: Ama l'arte nelle sue forme tradizionali ma esprime vivo interesse soprattutto per il cinema, per il quale ha già scritto una breve sceneggiatura horror: la storia di un ex sindaco che fonda un partito illudendosi di essere invincibile e che invece finisce con indebolire il governo di sinistra contribuendo alla sua caduta e permettendo così il ritorno della dittatura.

Ed. fisica: Un disastro. Cerca di arrampicarsi sulla fune ma ogni volta che sta per arrivare in cima cade volontariamente per la paura di vincere. L'allontanamento dalla squadra della sua classe ha gettato nel panico le squadre avversarie, abituate ormai a vincere anche senza presentarsi in palestra. L'inserimento di Franceschini e Bersani le ha subito riportate alla calma.

Giudizio finale. Dopo l'ultima bocciatura è rientrato dalla finestra della sua ex classe camuffandosi tra gli ultimi banchi; immediatamente riconosciuto è stato allontanato dal bidello che, dopo avergli urlato “'A Warter, ma che cazzo stai a ffà? Non lo poi fa!”, si è sentito rispondere mentre ruzzolava per le scale “Yes we can”. Il ragazzo va bocciato ad oltranza perché deve imparare che la scuola è di tutti ma non è per tutti.

(Fotomontaggio veltroscolastico di Roberto Corradi)

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