21 giugno 2011

Ecco perché doveva vincere il NO!

Dal mio blog sul sito de Il Fatto Quotidiano

La vittoria del SI ha evidenziato per l'ennesima volta l'arretratezza e la provincialità degli italiani. Mentre nei paesi più avanzati come il Giappone si è scelto ormai da anni di affidarsi a tecnologie d'avanguardia che garantiscono, dopo lente e dolorose agonie, morti atroci ma moderne, in Italia si preferisce ancora ricorrere a metodi arcaici e superati (fumo, incidenti stradali, Michele Misseri) che non danno lustro alla nostra immagine. Il rifiuto del nucleare ci ha impedito di riconquistare lo spazio mediatico che meritiamo e di godere di quell'attenzione internazionale che abbiamo faticosamente guadagnato nel corso degli anni grazie alla qualità del nostro genio: la moda, l'arte, la pizza, Cosa Nostra. Grazie alla tragedia di Fukushima, il Giappone ha ricevuto un'attenzione senza precedenti che gli ha permesso di occupare le prime pagine di tutti i media del mondo senza portarsi a letto alcuna nipote di Mubarak. D'accordo, il Giappone deve ringraziare Madre Natura che gli garantisce terremoti spaventosi e tsunami hollywoodiani, ma l'Italia non avrebbe nulla da invidiare alle tragedie giapponesi se solo ci fosse stato da parte di tutti noi il coraggio di osare un po' di più. Il Governo e gli speculatori ce l'hanno messa tutta, ma al momento decisivo è venuta fuori la pigrizia dell'italiano medio. Nel nostro paese si verifica ogni anno uno scempio di risorse naturali che dovrebbe farci riflettere: il nostro sottosuolo è dotato di terremoti di ottima fattura che però al massimo vengono sprecati per radere al suolo paesini e case degli studenti. Per non parlare dei nostri costruttori. Abbiamo la fortuna di avere imprenditori coscienziosi che in zone sismiche tirano su edifici con sabbia di fiume; con l'aiuto della natura e la competenza tecnica delle nostre imprese edili avremmo potuto avere la prima tragedia nucleare nel giro di una quindicina d'anni.

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