Dopo una dolorosa assenza, riprendono le pagelle...
Da Yanez, inserto satirico (ogni lunedi in edicola!) di Pubblico del 1 ottobre 2012.
L'alunno Monti è entrato a far parte
della nostra scuola ad anno scolastico iniziato, in sostituzione
dell'alunno Silvio Berlusconi che è andato via spontaneamente come
atto di generosità per il bene dell'istituto (questa è la sua
versione, in realtà gli altri bambini lo stavano già per lanciare
fuori dalla finestra mentre altri modellavano minacciose statue del
Duomo in ferro battuto).
Mario è un bambino preparato, il
preside lo ha chiamato per fare bella figura con le altre scuole che,
a causa delle marachelle di Berlusconi, consideravano ormai la nostra
come un circo.
Con l'uscita di scena del piccolo
Berlusconi (che dice di aver lasciato l'istituto, ma il bidello
riferisce di vederlo spesso gironzolare nel seminterrato in attesa
degli eventi o della figlia minore della supplente di matematica) i
genitori hanno permesso alle bambine meno traumatizzate di tornare
sui banchi.
Ottimo in tutte le materie, eccelle in
religione e matematica. Chiamato nel difficile compito di traghettare
l'istituto tra i debiti maturati negli anni precedenti, Mario si è
dato subito da fare.
I tagli per risanare i debiti della
scuola hanno colpito i settori più inutili dell'edificio (carta
igienica, gessetti, insegnanti di sostegno, mensa) lasciando intatti
quelli di vitale importanza (crocifissi, sala relax del preside,
bancomat). Si è attirato l'antipatia dei bambini con una battuta
infelice sulla monotonia del banco fisso, ma la sua popolarità non è
ancora così bassa da costringerlo a simulare un attentato per
riguadagnare punti.
Alcuni vorrebbero che Mario continuasse
a rappresentare il nostro istituto, ma non sarebbe giusto nei
confronti degli altri bambini che hanno lavorato sodo per vincere le
elezioni scolastiche.
Se vorrà continuare a studiare nel
nostro istituto si invita il piccolo Monti a seguire l'iter che tutti
gli alunni devono seguire: trovare alleanze improbabili con i bambini
più disparati, faticando giorno e notte per inventare promesse
irrealizzabili e corrompere i piccoli elettori comprando il loro voto
con merendine e figurine.
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