Da "Il Ruvido" del 16 marzo 2013
A causa di importanti
problemi di salute, una uveite fulminante, Silvio Berlusconi ha
subìto un breve ricovero. Casualmente, nelle stesse ore avrebbe
dovuto presenziare ad alcune udienze in cui era protagonista come
imputato. Come tutti sappiamo, Berlusconi non ha mai cercato scuse
per farsi processare, nonostante l'evidente accanimento da parte
della magistratura politicizzata nei suoi confronti; l'uveite,
inoltre, è, insieme alle pellicine delle unghie e alla forfora, una
delle malattie più invalidanti conosciute dall'uomo. Tutto ciò non
è bastato a fugare i dubbi dalle menti malfidate dei pm che gli
hanno mandato in ospedale una visita fiscale che avrebbe appurato
come non fosse presente alcun impedimento alla sua presenza in aula.
Ghedini è scioccato:
“Berlusconi ha seri problemi agli occhi: un'infermiera super
maggiorata dal fisico di un'igienista dentale si è piegata mostrando
il davanzale e lui non ha battuto ciglio. Quale prova più evidente?”
Alessandra Mussolini e Debora Bergamini hanno espresso solidarietà a
Berlusconi lamentando come questo accanimento stia procurando
disturbi fisici al leader del Pdl.
Berlusconi non è il
primo caso. Ecco un paio di precedenti in cui vogliamo evidenziare
come la magistratura politicizzata abbia da sempre causato danni
fisici e morali alle sue vittime.
Adolf Hitler aveva sempre
espresso stima e ammirazione per la giustizia non politicizzata, ma
non aveva mai lesinato critiche su quei magistrati che non
appartenevano al Terzo Reich. Durante l'invasione di Berlino, confidò
al suo cane che si sarebbe consegnato volentieri ai russi per farsi
processare; era sceso in campo per il bene del suo Paese, anche
contro voglia, ma era certo che non si sarebbe trattato di un
processo sereno, ma di un processo politico. Per questo, dopo aver
avvelenato il cane, si tolse la vita perché non trovò sotto mano un
medico che gli diagnosticasse la congiuntivite.
Al Capone era un
benefattore, un disinteressato uomo d'affari che rispose prontamente
al bisogno d'alcol dei suoi concittadini. A quel tempo l'alcol era
illegale, ma il suo senso civico gli impose di mettere da parte ogni
remora e di andare incontro alle richieste degli abitanti di Chicago.
Sapeva che la Giustizia lo avrebbe perseguitato, ma la sua era una
missione. Inondò la città di alcol, fece uccidere Sean Connery e
regalò al cinema la frase “Sei solo chiacchiere e distintivo”,
una delle più belle di sempre. Kevin Costner lo fece arrestare e
sbattere in galera per evasione fiscale. In carcere morì di
sifilide. Un'altra vittima delle toghe rosse. La storia gli ha poi
regalato una piccola vendetta: Kevin Costner, l'intoccabile che aveva
messo su il processo contro di lui, è sparito dal cinema.
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