Da "Il Ruvido" del 23 febbraio 2013
Il 28 febbraio, alle 20 in punto,
Benedetto XVI si toglierà l'anello e perderà i suoi superpoteri
tornando ad essere un comune mortale di 86 anni: andrà a fare la
spesa alla Coop, comprerà i gratta e vinci dal tabaccaio e darà
consigli ai manovali che stanno scavando per rendere ancora meno
efficace la rete fognaria della capitale. Una volta tolto l'anello smetterà
anche di parlare tedesco; in realtà Ratzinger parla da sempre un
italiano perfetto: il tedesco gli serviva per incutere più timore
durante le invettive contro i gay. Dopo l'annuncio delle dimissioni, la
Chiesa è entrata nel pallone più totale: non aveva la più pallida
idea di cosa fare. “Il vecchio si è dimesso? E ora dove lo
mettiamo? Come lo dobbiamo chiamare?”
Se almeno Ratzinger avesse avuto la
delicatezza di uscire di scena come i suoi predecessori, con i piedi
davanti, il protocollo sarebbe stato bello chiaro, semplice e
collaudato dall'esperienza secolare. Se proprio non voleva morire di
morte naturale gli si poteva dare una mano come nel caso di Papa
Luciani, bastava semplicemente dirlo: “Bella raga, non ci sto più
dentro. Non mi dimetto per non mettervi nei casini che poi non sapete
come regolarvi; facciamo così: stasera vado in camera, leggo qualche
stronzata di Fabio Volo, un paio di flessioni e poi a mezzanotte vi
faccio uno squillo, voi mi fate una bella camomilla corretta al
cianuro, mi imbalsamate di corsa senza farmi fare l'autopsia e siamo
tutti contenti, ok?”.
E invece si è dimesso. Un fulmine a
ciel sereno. Alcuni sacerdoti erano così sconvolti dalla notizia che
hanno rinviato lo stupro settimanale dei chierichetti al giorno dopo. Ufficialmente, Benedetto XVI si è
ritirato per motivi di salute, ma si mormora che abbia gettato la
spugna perché il Vaticano è un ambiente malsano, pieno di brutti
ceffi. Tutti credono che le guardie svizzere siano lì per tutelare
il Santo Padre dagli attacchi esterni, ma in realtà sono state
assoldate a causa dei conflitti a fuoco tra le gang dei cardinali.
Anche Wojtyla sapeva che il Vaticano
era un postaccio; dopo l'attentato era sempre in giro per il mondo.
Perché si è fatto fotografare con Pinochet? Semplicemente per
intimorire i cardinali: “Credete di farmi paura? Attenti che anche
io ho amici nella mala internazionale”. Stessa cosa per Marcinkus:
ha voluto tenerselo in casa come deterrente per i male intenzionati.
Come Berlusconi aveva fatto con Mangano. Con la differenza che
Mangano aveva uno spessore etico maggiore di Marcinkus.
Eppure Ratzinger era stato un
componente della gioventù hitleriana, sapeva bene cosa volesse dire
essere a contatto ogni giorno con gente senza scrupoli! Poi ha visto
quello di cui sono capaci i cardinali quando hanno paura che qualcuno
gli tolga la marmellata dal pane e ha rivalutato la moralità del
Terzo Reich.
A marzo ci sarà il Conclave.
Pellegrini di tutto il mondo verranno in Italia per assistere
all'elezione del nuovo Papa, aspettando la lieta notizia
mortificandosi e purificandosi attraverso il martirio: usando i mezzi
pubblici di Roma. Ma di questo ne parleremo più avanti.
2 commenti:
i pellegrini non sanno che tutto sarà gentilmente offerto dallo stato italiano
lo sanno, però secondo me gli piace...il masochismo è una forma di piacere radicata nell'italiano medio
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