In provincia di Como, dei ragazzini tra
i 15 e i 18 anni hanno danneggiato sessanta veicoli prendendoli a
martellate, tagliando le gomme e tirando sassi. “Ci annoiavamo”,
è stata la loro giustificazione ai carabinieri.
Le forze dell'ordine hanno individuato
i vandali attraverso le tante telecamere pubbliche e private
dislocate nelle zone interessate dall'azione dei piccoli barbari che,
loro malgrado, sono diventati i protagonisti di un reality
involontario, di un Grande Fratello della demolizione in cui il
televoto da casa è stato sostituito dalla telefonata all'avvocato e
il confessionale è quello davanti al giudice e non più davanti ad
Ilary Blasi.
Sessanta i veicoli deturpati; c'era
anche una vecchia Duna tra le auto coinvolte nel raid, ma il
proprietario ha subito scagionato i ragazzini: “Lo so che fa schifo
solo a guardarla, ma non l'hanno nemmeno toccata quella carrozzeria:
il colpevole è chi l'ha progettata”.
I genitori dei ragazzini hanno
collaborato fin da subito con le forze dell'ordine, non hanno cercato
di proteggerli, hanno voluto metterli davanti alle loro
responsabilità; non hanno preso le loro difese come accade invece
nei fatti di violenza che avvengono a scuola quando gli alunni
insultano o picchiano i docenti, colpevoli di aver osato interrogarli
a sorpresa dandogli magari un brutto voto e i genitori, chiamati
ingenuamente in causa dai poveri professori, spesso danno man forte
ai figli. Man forte nel vero senso della parola. Spesso anche qualche
gancio.
Ma a scuola è un altro discorso, c'è
una motivazione oggettiva, tangibile: sono i professori che provocano
e che se la cercano. Le auto no, loro non hanno provocato: è colpa
della noia, e ai genitori non sta bene che sia un motivo così futile
ad armare le mani dei figli: non possono essere così indulgenti,
vogliono capire e far capire ai figli che hanno sbagliato.
Ma, noia o non noia, il punto è un
altro. A 15 anni, giovane martellatore di automobili, dovresti non
avere energie per andare di notte a distruggere macchine o autobus:
dovresti essere a casa, stremato sul letto, moribondo per l'eccessiva
masturbazione. È quello il tuo lavoro. Ora hai anche la tecnologia a
facilitarti le cose, hai internet che ti fornisce davanti alla patta
milioni di contenuti e te li indicizza a seconda delle categorie che
preferisci. Invece no. Invece di prendere in mano il pistolino
preferisci prendere in mano una lama e tagliare uno pneumatico,
filmare tutto e poi riguardarlo insieme ai tuoi compagni di
avventura. Altre braccia rubate all'onanismo. Se questa è la futura
classe dirigente, che preferisce il suono e la visione di lamiere
contorte ai suoni e alla visione di un'ammucchiata in piscina
prepariamoci a un'Italia triste. Quasi come quella di adesso.
Nella foto, un numero dello Youporn degli anni '90
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