31 luglio 2008

Il sorpasso
E' veramente difficile stabilire quale tra i ministri del governo Berlusconi sia il più imbarazzante. Tutti ambiscono al primo posto, la sfida è apertissima ed ogni giorno la classifica viene ribaltata da nuove dichiarazioni che rendono incerta una competizione che si fa sempre più avvincente. Il ministro Carfagna era saldamente al comando e niente sembrava potesse scalfire il suo primato, ma la capacissima Mara è restata nuovamente a bocca aperta quando il ministro Claudio Scajola ha tirato fuori il jolly, il colpo di genio che lo proietta nuovamente ai vertici della classifica.
Il ministro dello Sviluppo economico interviene parlando dal palco durante l'inaugurazione della centrale a carbone di Torrevaldaliga Nord. Una cerimonia come tante, un'occasione quasi banale durante la quale era difficile prevedere una performance olimpionica come quella che ci ha regalato Scajola. O almeno questo era il pensiero di chi non conosce le sue capacità: come non ricordare il suo ormai celeberrimo “Marco Biagi era un rompicoglioni”?
Bando alle ciance, ecco il fuoco pirotecnico che ha partorito Scajola:
“I pochi che ancora non hanno capito, capiranno. Dopo tanti sacrifici, anni di lavoro e qualche vita umana, si è costruita questa modernissima centrale dove tutto è controllato e tutto è sicuro”. Un genio. Solo i meno attenti sono stati colti di sorpresa perchè Scajola da tempo stava preparando il colpaccio per scalzare la Carfagna: le sue dichiarazioni sul nucleare non erano altro che preparatorie al sorpasso di questi giorni. Riporto qui un breve confronto pubblico tra Scajola e Rubbia non documentato dall'informazione ufficiale.
Carlo Rubbia si è espresso negativamente sull’opzione del nucleare in Italia, ma non importa perchè Scajola non ha vinto il Nobel come Rubbia, ma sa fare di meglio:
Rubbia Ministro, ma non sarebbe più logico sfruttare l’energia solare? E’ gratuita,
sicura, disponibile ed inesauribile.
Scajola Ma, veramente io…
(il pubblico mormora)
Rubbia Le riserve di uranio vanno impoverendosi, inizieranno a scarseggiare tra una
quarantina d’anni: cosa accadrà quando finiranno?
Scajola Uhm…ehm…
(primi fischi e qualche offesa)
Rubbia Una centrale sola poi non serve a nulla, risulterebbe perfettamente inutile: l’Italia ne
ha bisogno almeno di una ventina.
Scajola …..
Rubbia E il pericolo terremoti? E le scorie nucleari?
(il pubblico lancia ortaggi sul palco e lo insulta ferocemente)
Scajola Un attimo! Fermi! State a guardare…
(Scajola chiude gli occhi, si concentra e allunga la lingua fino a farle toccare il naso. Il pubblico impazzisce e lo porta in trionfo dopo aver immerso Rubbia nel miele ed averlo ricoperto di piume)

(nella foto Mara Carfagna visibilmente preoccupata dopo il sorpasso di Scajola)

30 luglio 2008

Lacrime di coccodrillo
Alla commemorazione per il venticinquesimo anniversario dell'omicidio di Rocco Chinnici sono intervenuti due siciliani doc che ricoprono cariche di altissimo prestigio istituzionale; e questo è un bene per la Sicilia. E' un male che i due si chiamino Renato Schifani e Angelino Alfano. Il primo, proprio negli anni di Chinnici, insieme ad Enrico La Loggia, è socio della società di brookeraggio assicurativo Siculabrookers con Nino Mandalà (futuro boss di Villabate: 8 anni in primo grado per mafia e 4 anni per intestazione fittizia di beni) e Benny D’Agostino (condanna per concorso esterno in associazione mafiosa. Ad inizio anni ’80 D’Agostino girava in Ferrari con il capo della cupola Michele Greco e ospitava latitanti). Fatti arcinoti per aver ricordato i quali Travaglio si è beccato una querela da 1,3 milioni di euro dall'ormai intoccabile Presidente del Senato. Schifani non è coinvolto in nulla e non è mai stato aperto alcun fascicolo nei suoi confronti, ma sceglie i soci con la stessa fortuna con cui Amadeus sceglie i programmi da condurre. Anche Alfano non ha nulla da spartire con la mafia, a parte un bacio (il filmato del bacio è stato acquisito dalla Procura della Repubblica) dato al mafioso di Palma di Montechiaro, Croce Napoli, ad un matrimonio. Un incontro fortuito, certo. E poi non facciamo tante storie per un po' di lingua. Più gravi della pomiciata con Napoli, oltre allo scempio delle leggi vergogna di queste settimane, sono alcune illuminanti dichiarazioni del docile Alfano sulle dimissioni di Cuffaro in seguito alla condanna a 5 anni e all’interdizione dai pubblici uffici per favoreggiamento aggravato ad alcuni mafiosi:

“Lo ha fatto per l’esclusivo e nell’esclusivo interesse del popolo siciliano per una ragione umana oltreché politica, a quest’uomo bisogna rendere atto di correttezza istituzionale e di lealtà nei confronti delle istituzioni regionali”.

E su Dell’Utri il 14-2-2005, Il Giornale:

“Noi lo consideriamo da sempre colto, sensibile, innocente. In Appello dimostrerà questa verità...
Quelli della mia età hanno impresso nella pelle il marchio a fuoco dell’antimafia. Siamo figli dell’indignazione antimafiosa dei siciliani”.

Che Chinnici, e prima di lui Falcone e Borsellino, sia stato ricordato da questi due signori dalla fedina penale immacolata ma dalle amicizie e dalle dichiarazioni imbarazzanti mi infastidisce come il pensiero che in questo momento forse Gigi D'alessio si sta scopando Anna Tatangelo.

27 luglio 2008

Un cappello pieno di ciliege
Oriana Fallaci, la giornalista-scrittrice che negli ultimi anni di vita ha lottato strenuamente per l'integrazione tra cristiani e musulmani torna in auge grazie alla pubblicazione postuma del suo “Un cappello pieno di ciliege”, agile libricino di 848 pagine che a breve inonderà gli scaffali delle librerie. Era ora! Non sto nella pelle: non vedo l'ora di andare in libreria e non comprarlo. Ho letto qualche recensione: i critici sono concordi nell'affermare che si tratta di un capolavoro e che l'interpretazione di Heath Ledger è da oscar. Per espressa volontà dell'autrice il libro sarà distribuito con bombardamenti aerei. In copertina si specifica che si tratta di “una saga” familiare, che la trama si svolge tra il 1773 e il 1889 e che il fatto che il libro non tratti di attualità non vi autorizza in alcun modo ad abbassare la guardia contro le teste d'accappatoio islamiche!
L'opera è stata presentata in anteprima nella biblioteca di Guantanamo, anche se con un'ora di ritardo: il waterboarding è una tecnica efficace però ogni volta perdi tempo per asciugare a terra (Il waterboarding ha preso piede negli ultimi mesi soprattutto per impulso di Condolezza Rice: secondo indiscrezioni la Rice sarebbe socio occulto in una fabbrica di Mocho Vileda. Ma questa è un'altra storia). Il libro sarà disponibile anche nelle edicole dove sarà abbinato ad un comodissimo kit che ogni vero fan della Fallaci non può farsi sfuggire: un elegantissimo blocchetto su cui esercitarsi in caricature di Maometto, una guida illustrata alle moschee d'Italia impreziosita dai suggerimenti dei maggiori esperti del settore per farle saltare in aria nel modo più soddisfacente, e un indispensabile vademecum per essere uno xenofobo al passo dei tempi.
Lunedì sera la Fallaci sarà ospite da Marzullo.
(nella foto: i rappresentanti della Rizzoli si preparano a distribuire il libro della Fallaci)

17 luglio 2008

Il mio incontro con Sabina Guzzanti "reloaded" (Tratto da una storia vera)

L’appuntamento viene concordato nella tarda mattinata di giovedì ed è previsto per il pomeriggio. Come Carlo Verdone in “Troppo Forte” quando gli viene offerto di andare in America per girare un film faccio finta di controllare l’agendina e poi benevolo sussurro al telefono: “V’è annata bene: so’ libero”. Mi presento con un’ora di anticipo e attendo l’orario prestabilito su una panchina poco distante; l’aver dormito poco meno di 2 ore la notte precedente e i 35 gradi del pomeriggio romano mi frollano a tal punto che chiunque avrebbe potuto vendermi un’enciclopedia britannica da 46 volumi rilegati in pelle di tricheco senza incontrare alcuna opposizione da parte mia.
Durante l’attesa passeggio nervosamente perché non ricordo se ho indossato o meno le unghie dei piedi; nel frattempo degli energumeni con più tatuaggi di Braccio di Ferro sono occupati a scaricare un furgoncino lì vicino: il proprietario si accorgerà di essere stato derubato solo alcune ore dopo.
All’orario prestabilito mi presento tranquillo come Goering al processo di Norimberga:
Io: Salve, dovrei incontrare Sabina
Signorina: Ti ricordi il cognome?
Io: Di chi?
Signorina: Di Sabina
Io: …..In che senso?
Signorina: Il cognome di questa Sabina
Io: …Guzzanti…
Signorina:Guzzanti? Sabina Guzzanti qui???
Io: ….
Credo di aver rischiato un infarto: è vero che quando te la vedi veramente brutta tutta la tua vita ti scorre davanti riproponendoti gli eventi più significativi. Io non ho fatto granché nella mia vita: al posto del mio film hanno trasmesso il promo di Jurassic Park.
Mentre cerco di capire se l’indirizzo è giusto, se la città è giusta e se il giorno è giusto fortunatamente mi arriva un sms in cui mi si avvisa che Sabina arriverà con qualche minuto di ritardo. Poco male: ho tutto il tempo di andare a cercare un cuore di scimmia.
Sabina Guzzanti arriva intorno alle 18 su uno scooter di dubbia provenienza (il numero di matricola era vistosamente abraso) scusandosi per il ritardo: le macchie di sangue sulle ruote ed un braccio amputato che spunta da uno zainetto mi convincono ad abbozzare un sorriso e a non fare troppe domande. Ci fermiamo pochi minuti all’esterno, poi ci precipitiamo dentro quando le sirene della polizia si fanno più vicine. In pochi minuti esplode il dramma: la cerniera dei miei pantaloni improvvisamente perde i sensi e si lascia convincere dalla forza di gravità a non svolgere più il suo dovere. Dopo una breve chiacchierata con Sabina, che nel frattempo è riuscita a vendermi non solo l’enciclopedia britannica da 46 volumi rilegata in pelle di tricheco ma anche una collezione di 350 pietre da 12 kg l’una raccolte in Messico nel suo recente viaggio, ci spostiamo in uno scantinato frequentato da loschi figuri, tra i quali spicca il critico cinematografico Luca Bandirali, già noto alle forze dell’ordine fin dagli anni ’70 per aver spedito una serie di lettere minatorie a Shirley Temple. Intanto la mia cerniera non dà più segni di vita: nessuno parla, ma io so che loro sanno…Una mezz’oretta dopo la sala si svuota improvvisamente perché le sigarette reclamano le attenzioni dei loro padroni; io resto nella sala a dare un’occhiata ai computer e a cercare qualche spicciolo nei cassetti quando vengo avvicinato da una delle belle donne che avevano partecipato alla riunione. Si avvicina con passo lento e con voce suadente dice di volermi fare una confidenza. Convinto che stesse per confessarmi di aver ceduto al richiamo del mio deodorante al fegato di muflone mi metto in posa come la Lilli Gruber dei tempi d’oro. “Ti offendi se ti faccio una confidenza? Hai la cerniera abbassata”. Non me la sono presa più di tanto: le ruote della macchina gliele avrei bucate comunque.
(nella foto: cerco di tornare a casa dopo l'incontro con Sabina Guzzanti)

16 luglio 2008

La guerra dei Bushes
Veltroni e Di Pietro non sono l’unica coppia in crisi: George e Laura Bush sono da tempo ai ferri corti e al termine del mandato presidenziale si separeranno. Dopo trent’anni di matrimonio Laura si è accorta che George non è l’uomo della sua vita: se ci ha messo trent’anni per capire una cosa del genere creda che sia la sua metà ideale. Alcuni pettegolezzi riferiscono che George sia invischiato in una torbida relazione con Condoleezza Rice: se Bush ha il coraggio di accoppiarsi con la Rice, una donna il cui fascino è superiore solo a quello di una lavanda vaginale scaduta, come può meravigliarci il fatto che quest’uomo abbia arato mezzo mondo con bombe a grappolo e che si sia fratturato uno zigomo mangiando un salatino?
Era indicativo della crisi il fatto che nella recente visita a Roma Laura Bush fosse arrivata un giorno dopo rispetto al marito. La first lady aveva cercato di glissare: “Che c’è di strano, in fondo è la stessa cosa che capita quando George e io facciamo l’amore”.
Nel suo ultimo incontro a Roma con il Papa forse George avrà parlato anche della crisi con Laura, ma non sappiamo nulla di certo: le cubiste e i nani che hanno partecipato all’incontro non hanno rilasciato dichiarazioni.
Pare anche che George, il presidente che ogni buccia di banana vorrebbe far scivolare, si sia nuovamente attaccato alla bottiglia in seguito alla tragedia di New Orleans, quando la città fu devastata dall’uragano Katrina: Bush è rimasto scioccato da tanta violenza e l’essersi reso conto che mai avrebbe potuto causare tanti danni quanto l’uragano lo ha gettato in uno stato di profonda prostrazione. La stessa cosa è successa all’uragano Katrina quando ha ascoltato l’ultimo pezzo di Fabri Fibra; ora però Katrina sta bene, si è disintossicato e svolge lavori socialmente utili: aiuta gli aquiloni disabili a volare.
(nella foto: Bush tesse le lodi di Laura ad una convention di Postalmarket)

11 luglio 2008

Riaccendete la luce!
Già pochi minuti dopo l’intervento di Sabina Guzzanti in Piazza Navona, il blog dell’attrice mostrava vistosi segni di sofferenza per poi tirare le cuoia e diventare definitivamente inaccessibile nelle ore successive: lo staff che cura il sito parla espressamente di attacco di hackers. Proprio ora che avevo postato sul blog la formula matematica che spiega come evitare di restare improvvisamente senza carta igienica…Secondo Gasparri il sito non è stato oscurato: molto più verosimilmente lo staff del blog ha deciso di andarsi a sbronzare. Gasparri? Una volta il mio criceto ha avuto un’infiammazione anale che aveva questo nome. La Guzzanti, dalla sala colloqui di Guantanamo dove è stata condotta al termine del suo discorso, ha espresso rabbia e sdegno per un attentato alla libertà d’espressione. Poi ha cercato di fuggire dicendo di essere Berlusconi, ma si è tradita quando una guardia le ha chiesto chi fosse il fratello di Romolo: lei ha risposto Remo. Oltre al blog dell’eretica Guzzanti gli hackers hanno colpito anche gli altri eversivi dell’8 luglio e chiunque si fosse pubblicamente schierato a favore della figlia di Paolo Guzzanti (per dirla alla maniera dei legali della Carfagna): Beppe Grillo stamattina ha trovato il suo tostapane rannicchiato in un angolo della cucina in stato confusionale; i televisori di casa Travaglio trasmettono solo repliche del Tg4; Antonio Di Pietro ha iniziato a radersi con il suo rasoio elettrico preferito, quello a forma di congiuntivo, ma dopo 20 minuti si è ritrovato con una barba folta quasi quanto quella della Bindi. Alla Binetti, che però si è schierata con la Carfagna contro la Guzzanti, non entra più il turbo al vibratore: lì però è sufficiente cambiare le pile.
Presto comunque il blog verrà ripristinato e vestirà nuovi abiti…con sotto un giubbotto antiproiettile…
(nella foto: un abile hacker al lavoro mentre manomette il sito della Guzzanti)

Le dichiarazioni di alcuni protagonisti e vip:
Ratzinger: Perdonerò la Guzzanti: perdonare è il mio lavoro. Sempre che mi dia il numero di tel del fratello

Satana: Non capisco come la Guzzanti abbia saputo delle mie intenzioni. Ordinerò l’apertura di un’inchiesta interna per appurare come sia potuta avvenire questa fuga di notizie

Carfagna: Che dire…Sono rimasta a bocca aperta…

Berlusconi: Parlo solo della spazzatura di Napoli. Anche perché posso farci più soldi

Ferrara: La Guzzanti? Andava soppressa già al sesto mese di gravidanza

Dante Alighieri: Anche io ho sbattuto all’inferno qualche papa e la mia carriera ne ha risentito, ma ho rimorchiato tante di quelle modelle che ormai non ci penso più.

Valeria Marini: Dove mi trovo? Qualcuno ha visto le mie mutande?

Daniela Santanchè: Silvio? Non gliel’ho mai data. Sicuramente mai al di sopra dei 3.500 metri sul livello del mare.

Walt Disney: Di cosa ci meravigliamo? Come se Minnie fosse diventata una star per le sue doti artistiche…

Renato Dulbecco: Cazzo, che sbronza…E di chi sono queste mutande?

Dio: Guarda che casino…Uno non può assentarsi neanche un minuto per farsi uno spinello…

9 luglio 2008

Tutti pazzi per Mara

Mentre Berlusconi risolve i problemi ambientali piantando alberelli in Giappone e passeggia per le stradine locali provando finalmente la sensazione di essere più alto di qualcosa che non sia uno sgabello per pianoforte o Renato Brunetta, a Piazza Navona migliaia di cittadini (a parte 32 suore rimaste intrappolate nella manifestazione mentre si stavano recando in un sexy shop che offriva saldi sulle fruste e i vibratori in ferro battuto) si sono ritrovati per manifestare la propria indignazione contro l’arroganza e la parzialità di un governo che sembra uscito da una sceneggiatura di Pingitore. Almeno questa era l’idea iniziale del raduno. Oltre a Berlusconi e ai suoi Gollum ministeriali vengono infatti inondati dalle secchiate di vetriolo di Travaglio, Grillo e Sabina Guzzanti anche Napolitano, il Papa e soprattutto Veltroni il quale ha promesso di rispondere a tono alle accuse formulate nei suoi confronti. Ma non prima di ottobre. Mara Carfagna, l’unico ministro al mondo i cui capezzoli sono indicizzati su Google, ha deciso di querelare la Guzzanti. Il ministro era a lavoro nel suo studio e stava seguendo la manifestazione via radio: quando ha sentito le parole della Guzzanti si è deconcentrata, ha perso il ritmo e ha dato una testata alla scrivania. La Carfagna comunque non farà sconti e andrà di corsa dal suo legale. Non appena le sarà passata l’infiammazione al menisco.
Era nel pieno diritto della Guzzanti dire ciò che ha detto ed è nel pieno diritto della Carfagna querelare la Guzzanti; io non vedo l’ora di assistere al processo e agli speciali di “Porta a Porta” con il plastico del pisello di Berlusconi e con i vari criminologi che parlano della compatibilità o incompatibilità dell’arcata dentale del ministro con le impronte ritrovate sul glande presidenziale.
Anche Ratzinger prenderà provvedimenti: per protesta ha annullato la sua partecipazione al Gay Pride.
Presente alla manifestazione anche Francesco Rutelli: le sue bibite sono andate a ruba.
Io non ho potuto partecipare per improrogabili impegni di lavoro: stavo svaligiando la casa di Andrea Camilleri.