29 dicembre 2007


Il nome della Rosa

“Oggi” presenta il nuovo libro di Rosa Alberoni con parole che sfidano la legge di gravità e il lavoro del vostro dentista:

“ Rosa Alberoni ha avuto il coraggio intellettuale (sic!) di scrivere un appassionato saggio critico su uno dei miti fondanti la cultura e la mentalità di oggi:l’evoluzionismo. Rosa Alberoni nel volume “Il Dio di Michelangelo e la barba di Darwin”, mette a confronto la posizione dell’autore della Cappella Sistina con quella di Darwin e dei suoi seguaci. Al primo la natura appare così grandiosa e armoniosa che non può che essere stata creata da una mente sovrumana; i secondi,dice lei,si prodigano per cancellare la Creazione divina dalla mente e dai cuori”.

Che dire? Rosa Alberoni non si smentisce mai. Per la boccoluta cariatide platinata l’evoluzionismo non ha dignità scientifica,è semplicemente un tentativo di defraudare Dio della sua creazione e a supporto della sua “coraggiosa” tesi presenta un elemento dalle inattaccabili fondamenta scientifiche: a Michelangelo la natura appare così grandiosa da non poter non essere considerata una creazione voluta e determinata da un’intelligenza ordinatrice,nello specifico il Dio della Bibbia. Il 22-10-96 Giovanni Paolo II nel suo discorso alla Pontificia Accademia delle Scienze sul tema dell’origine della vita e l’evoluzione ha dovuto ammettere (controvoglia) che il darwinismo non è più una “mera ipotesi”:quel giorno evidentemente la Alberoni era in piazza a bruciare libri. Definire la Alberoni una fondamentalista è riduttivo:si eccita immaginando Marcello Pera vestito da crociato che libera Gerusalemme a cavallo di Buttiglione. Dio non esiste e ho una prova inconfutabile: Moana Pozzi è morta e la Alberoni no.

21 dicembre 2007


La nuova Sindone

Berlusconi va a dormire con la borsa dell’acqua calda ma si dimentica di chiuderla e si ustiona mezzo corpo:il lenzuolo usato al momento della tragedia è ora custodito in una teca blindata a Torino. Ripresosi dallo shock dice che in Rai si entra solo se ti prostituisci o se sei di sinistra. Voglio sperare che Marzullo sia comunista. Berlusconi ha solo cercato di porre rimedio a questa bruttura quando ha proposto a Saccà quattro attrici dall’indiscutibile talento,discriminate per il loro coraggio di non schierarsi con i falsi ideali del marxismo all’amatriciana. Stoiche.
Alla Rai hanno protestato dicendo che non tutti sono di
sinistra.


16 dicembre 2007


L’uomo qualunque

L’armata rossa della magistratura comunista ha nuovamente attentato alla vita democratica del nostro paese con un indagine ad orologeria nei confronti di un anonimo privato cittadino,di uno qualunque: Silvio Berlusconi, l’uomo della strada per antonomasia. Ad orologeria perché proprio in questi giorni il Cavaliere sta vivendo giornate delicate:non perché, come dice lui, c’è aria di elezioni (se ci fosse aria di elezioni ogni volta che Berlusconi è indagato non ci sarebbero episodi di vandalismo alle strutture scolastiche per ritardare le lezioni) ma perchè il Milan è impegnato a Tokyo per la finale della coppa intercontinentale. Non è la prima volta che i comunisti usano la magistratura per mettere i bastoni tra le ruote della Rolls Royce del Cavaliere:a suo tempo,sempre per un indagine campata in aria, per poco non saltò il passaggio di Nesta dalla Lazio al Milan. Stavolta Berlusconi sarebbe indagato per aver cercato di comprare,tra gli altri, il senatore Nino Randazzo, eletto dagli italiani di Australia, e di portarlo nel suo harem a qualunque costo promettendogli mari, monti e una cena a casa di Raimondo Vianello. Caso più unico che raro il senatore Randazzo ha rifiutato forse perché, avendo vissuto per molto tempo in Australia, ha poca dimestichezza con le regole non scritte della politica italiana. Randazzo ha rifiutato sdegnato. Sergio De Gregorio è rimasto allibito:appena saputa la notizia gli si è chiusa la bocca dello stomaco e non è riuscito a finire il settimo piatto di bucatini. Berlusconi inoltre telefona all’integerrimo Agostino Saccà, satrapo di Raifiction nonché giustiziere del trio Biagi-Luttazzi-Santoro ai tempi dell’ukase bulgaro, per consigliargli quattro preparatissime attrici, preparatissime ma ingiustamente emarginate dal mondo dello spettacolo per le loro coraggiose prese di posizione politiche tanto che probabilmente verranno candidate al premio Nobel o per una particina nel prossimo film di Christian De Sica; una delle quattro pare fosse raccomandata da un senatore dell’Unione che per riconoscenza magari avrebbe aiutato Berlusconi a dare un colpetto al carrozzone Prodi. Ma per ora queste sono solo insinuazioni, come quelle farneticazioni pagane sull’eliocentrismo. Bertinotti si indigna e chiede spiegazioni ma non sulla compravendita dei parlamentari bensì sulla fuga di notizie dalla procura di Napoli e se vi siano in atto intercettazioni non autorizzate noi confronti di onorevoli e senatori. Mastella ha avuto un’erezione, Veltroni non riesce a scegliere i regali di Natale e Sergio De Gregorio ha iniziato l’ottavo piatto di bucatini.

11 dicembre 2007


Luttazzi interruptus 2

In questi giorni la7 ci mostra un lato che finora sembrava non possedere ma che evidentemente ha nascosto con sapienza. Dopo aver bloccato la messa in onda di Decameron, i solerti dirigenti di questa ormai ex emittente democratica avevano programmato per le 10 di stamattina la cancellazione di tutto il materiale girato da Luttazzi; TUTTO il materiale, quello edito e quello inedito. Già il più che esplicito e qualificante modus operandi del placcaggio fisico e morale applicato a Luttazzi e ai suoi collaboratori per stoppare il programma (descritto in un post di D.L. sul suo sito http://www.danieleluttazzi.it/) era alquanto imbarazzante ma la distruzione del materiale artistico è qualcosa di più,è qualcosa di peggio. Bisognava cancellare le orme del passaggio di Luttazzi a La7(cosa che ha fatto la RAI: Luttazzi è stato depennato dagli archivi internet dei programmi RAI) così come le dittature bruciavano in pubblico i libri ,dopo averne proibito la lettura, per eliminare le tracce di un pensiero da loro non condiviso,quindi pericoloso. Ho letto pochi minuti fa sul blog di D.L. come per ora il materiale sia al sicuro dopo una denuncia sporta ai carabinieri dal comico romagnolo. Ieri sera Maurizio Crozza ha fatto una figuraccia parlando in favore di Luttazzi, in modo molto formale e non molto sentito secondo me, solo dopo il messaggio di solidarietà espresso da Marco Travaglio prima che iniziasse il suo intervento in qualità di ospite (altrimenti non credo che Crozza avrebbe tirato fuori l’argomento). Intanto Giuliano Ferrara scrive al Messaggero che chi vuole essere come Lenny Bruce deve accettarne anche e soprattutto le conseguenze negative. Ma la questione è proprio questa: perché i Lenny Bruce devono ancora essere cacciati e i vari Don Abbondio della pseudo satira possono riempire i programmi con il loro nulla? (nella foto Lenny Bruce)

9 dicembre 2007


Luttazzi interruptus

Con Luttazzi è così:non fai in tempo a sederti in poltrona per guardare i suoi programmi che lo segano. Anche a La7 Luttazzi ha avuto vita breve nonostante i bookmakers inglesi lo davano ben quotato per i primi di gennaio;invece ci si è messo di mezzo Giuliano Ferrara che con la sua mole ha impedito (non so quanto indirettamente né se sia stato l’unico “pezzo grosso” a lamentarsi…) la prosecuzione di Decameron che, nonostante l’orario (più che seconda serata),il giorno (sabato) e la rete(La7) stava inanellando una serie di ascolti record. Si,perché è stata a causa di una battuta su Giuliano Ferrara che la patta di Daniele si è chiusa. In un comunicato stampa La7 ha spiegato come Luttazzi abbia “abusato” della libertà concessagli dalla rete utilizzando tale libertà non per fare satira ma per offendere Ferrara, stella della rete stessa. La satira ha dei limiti? Se li ha non è più satira ma un enciclica di Ratzinger. Se dai carta bianca ad un comico come Luttazzi devi aspettarti di tutto e non puoi uscirtene con una sciocchezza simile:se Ferrara non fosse stato sotto contratto su La7, la rete avrebbe sospeso Luttazzi? Io dico di no. Poi cosa significa “abusare della libertà concessagli”? A me sembra una frase ambigua. Se io sono libero,una libertà che tu mi dai, di correre a briglia sciolta tra le pieghe della satira,del “politicamente scorretto”,del surreale e del boccaccesco poi non puoi lamentarti se scarico un camion di merda sul tuo Giuliano Ferrara. Anche perché è talmente grosso che non riesco a coprirlo tutto. L’Italia non capisce la forza insolente,geniale e irriverente di Bill Hicks, Rodney Dangerfield, Lenny Bruce cui Luttazzi attinge a piene mani(spesso senza neanche dire che lo ha fatto..):in Italia più moscio sei meglio è.
La battuta incriminata:
«Dopo 4 anni guerra in Iraq, 3.900 soldati americani morti, 85mila civili iracheni ammazzati e tutti gli italiani morti sul campo anche per colpa di Berlusconi, Berlusconi ha avuto il coraggio di dire che lui in fondo era contrario alla guerra in Iraq. Come si fa a sopportare una cosa del genere? Io ho un mio sistema: penso a Giuliano Ferrara immerso in una vasca da bagno con Berlusconi e Dell'Utri che gli pisciano addosso, Previti che gli caca in bocca e la Santanchè in completo sadomaso che li frusta tutti».

8 dicembre 2007


The italian job

Diventare una star perché ti hanno massacrato moglie,figlio e suocera? In Italia accade anche questo. La stella di Azouz Marzouk si è spenta però prima che iniziasse a brillare a causa di una squallida storia di droga che ha visto coinvolto tra gli altri proprio Azouz, non nuovo a questioni riguardanti stupefacenti. Dopo il massacro, Lele Mora e Fabrizio Corona avevano pensato a lui come ad una potenziale gallina dalle uova d’oro ed hanno cercato di introdurlo nel pollaio delle pseudo stelline della tv,un pollaio più puzzolente e meno produttivo di quello di cui mi servo per fare colazione la mattina. Dalle intercettazioni che lo hanno incastrato emerge un Azouz molto diverso da quello che aveva commosso l’Italia:al telefono si lamenta della frenata che hanno subito a suoi “affari” a causa della troppa attenzione che lo circonda dopo la strage di Erba ma esprime anche profonda soddisfazione per gli insperati risvolti “artistici” che la situazione gli sta procurando. Sono i mesi più belli della sua vita:sono parole sue. Grazie alla gola del figlio, squarciata da una coppia di belve condominiali, Azouz ha guadagnato una vita sessuale intensa e variegata per la quale viene anche pagato,come ammette tutto ringalluzzito lui stesso nelle intercettazioni. Sono soddisfazioni,senza dubbio. Su Marzouk non ho nulla da dire,non mi interessa. Vorrei parlare dei Mora e dei Corona che hanno cavalcato le onde di sangue della strage di Erba e la stupida insana voglia di protagonismo di un imbecille qualunque per aggiungere qualche altro zero ai loro conti in banca. Vorrei parlare dei vari pseudo approfondimenti serali che hanno banchettato con finto distacco ingrassando i propri spettatori affamati di nulla. E continuano a farlo con altre tragedie analoghe. Vorrei tanto parlarne ma questa spazzatura va solo ignorata:è l’unico modo per allontanarne la puzza.

4 dicembre 2007


Reality sciò!

Vittorio Emanuele,tra le tante incombenze quotidiane (spolverare i mobili, lavare la biancheria, pagare le bollette, pelare le patate,sodomizzare la colf filippina), ha trovato il tempo per chiedere allo Stato italiano un risarcimento puramente simbolico di 260 milioni di euro per gli anni trascorsi in esilio a banchettare con ostriche e champagne in compagnia di modelle insaziabili e procaci. Possiamo biasimarlo? Emanuele Filiberto ha dichiarato che la somma verrebbe devoluta ad un’associazione benefica, per ora inesistente,e messa a disposizione dei più bisognosi. Dopo questa monarchica stronzata anche i meno intransigenti si sono resi conto che l’apertura delle frontiere è stato un errore. 260 milioni di euro? Piuttosto che darli a loro Prodi quei soldi sarebbe disposto a tenerseli lui. Amedeo d’Aosta ha preso le distanze dal cugino:lui avrebbe chiesto di più.

30 novembre 2007


Il capo dei capi

Si è appena conclusa l’ultima puntata della fiction su Totò Riina andata in onda nonostante le critiche inopportune e fuori luogo (come al solito) di Clemente Mastella. Una trasposizione ben fatta, storicamente accurata sia nelle dinamiche che nella ricostruzione cronologica anche se con qualche licenza imposta evidentemente da necessità narrative che tuttavia non hanno stravolto la verità dei fatti. Due appunti vanno però segnalati:la mancata citazione delle stragi del ’93 ordinate da Riina per sollecitare lo Stato ad accettare le condizioni del “papello” e, cosa più grave, la sbrigativa e superficiale rivisitazione delle stragi Falcone e Borsellino. Sbrigativa e superficiale perché non è stato affatto evidenziato come i due magistrati fossero ormai scomodi non solo a Cosa Nostra, ma anche e soprattutto ad ambienti extra mafiosi che proprio di Cosa Nostra si sono serviti per eliminarli. Soprattutto nel caso di Borsellino,come si legge nelle sentenze della procura di Caltanissetta sulla strage di via D’Amelio, Riina fu sollecitato da un interlocutore esterno ad accelerare i tempi. Riina stava trattando l’annullamento o quantomeno la riduzione delle pene dopo la conferma in Cassazione delle condanne inflitte con il maxi processo e Borsellino era la pedina di scambio indispensabile affinché l’accordo venisse raggiunto. Borsellino non faceva paura solo perché avrebbe preso il posto di Falcone:faceva paura perché aveva capito tutto. Aveva capito chi e perché aveva ucciso Falcone. Dei cosiddetti mandanti occulti ormai pochi dubitano ma sono rimasti ancora tali:occulti.

29 novembre 2007


One man show

Cosa altro si può dire di Berlusconi? Un genio. Dopo aver annunciato a mari e monti lo scioglimento di Forza Italia per preparare la nascita del suo nuovo partito, oggi , con un triplo carpiato con gli occhi bendati, Berlusconi si è rimangiato tutto dichiarando agli stessi mari e agli stessi monti di non aver mai pensato né tantomeno detto di voler sciogliere la sua mostruosa creatura. Un genio. Forse perché,dopo uno sforzo mentale sovrumano, è riuscito anche lui a rendersi conto di aver fatto una grossa minchiata e che non lo avrebbe seguito nessuno a parte la Brambilla e qualche vecchio residuato DC ? La frittata ormai è in padella: anche se il divino Silvio ha fatto ancora una volta marcia indietro confutando per l’ennesima volta se stesso e scrivendo in un colpo solo 12 nuove pagine delle “Mille balle blu” i suoi (ex) alleati non sembrano intenzionati a sottostare ulteriormente ai suoi voli pindarici. Fini è nero (non potrebbe essere di un altro colore a pensarci bene…), Casini ha confessato di aver gettato la spugna e di aver rinunciato a comprenderlo e Bossi si è ritirato con Asterix e Panoramix ad ammirare la sorgente del Po. Io aspetto la prossima puntata.

28 novembre 2007


La situazione della RAI non è buona


Ma si può occupare una prima serata di RAI 1 con un programma che non è un programma,senza alcun contenuto,e che in definitiva altro non è che uno spot per il proprio disco? Evidentemente si,visto che è quello che è successo ieri sera. Adriano Celentano è tornato con il nulla. La cosa bella (o pessima) è che lui stesso lo ha ammesso candidamente. E c’era pure Fabio Fazio,mio Dio! Splendide le canzoni,niente da dire, ma era un programma necessario? Soprattutto ora che è stata sospesa la messa in onda della fiction dedicata all’omicidio di Graziella Campagna,blocco imposto dal sempreverde Mastella che con delle motivazioni risibili(la fiction avrebbe tolto serenità ai giudici impegnati nella sentenza di secondo grado dell’omicidio in questione) e degne del peggior vaudeville albanese occupa ancora le pagine di cronaca per motivi sempre meno edificanti. Celentano canta (splendidamente ma in playback) e vaneggia banalità e luoghi comuni con la supponenza di un dio in terra mentre il fratello di Graziella Campagna e Beppe Fiorello, protagonista della fiction, sono costretti a parlare sottovoce a “Chi l’ha visto?” dell’omicidio della ragazza e dello stop al film. Delirio italiano.

26 novembre 2007


Il maratoneta catodico

Anche quest’anno l’uomo dal neo condonato si aggira negli studi televisivi di ogni rete a qualunque ora. Fare zapping è inutile:è dappertutto. Per presentare il suo solito libro di fine anno,stavolta intitolato “L’amore e il potere” in cui tratteggia i contorni degli amori (leciti e birichini) dei principali statisti ( o presunti tali) della politica italiana dell’ultimo secolo, quest’uomo non dorme più,mangia solo una fettina di papaia al giorno e urina dove capita per non sottrarre tempo alla sua missione di divulgazione del Sapere. Bruno lo fa per noi. Grazie Bruno.

23 novembre 2007


I compagni di merende

Le intercettazioni realizzate tra il 2004 e il 2005 allegate all’inchiesta sul fallimento della “Hdc”,la holding di Luigi Crespi,ex sondaggista di Berlusconi e pubblicate da Repubblica nei giorni scorsi, mi hanno provocato una sorta di sconvolgimento intestinale che non provavo dal tempo delle intercettazioni UNIPOL. Dalle trascrizioni in questione emerge un’alleanza (anzi,una simbiosi) di intenti e strategie tra alcuni dirigenti RAI (all’epoca governo Berlusconi) e Mediaset. Si,ma la novità qual è? Ora ci sono le intercettazioni a confermarlo e a metterlo per iscritto ma sostanzialmente non aggiungono nulla a quello che un qualunque telespettatore sano di mente poteva arguire da solo:durante il governo Berlusconi la RAI era una protesi Mediaset. Sostanzialmente non aggiungono nulla,è vero, ma inquadrano sotto una luce meno sfocata la meticolosità con cui le divine terga di Arcore venivano umettate dalle solerti labbra aziendali. Tra i personaggi noti tirati in ballo ci sono Del Noce, Mimun, Rossella, Vespa: personaggi che con l’obiettività dell’informazione fanno a cazzotti anche quando dormono. Si pianificava tutto: dall’eliminazione delle notizie scomode a Sua Maestà alla scelta delle inquadrature del Cristo dal cranio rinfoltito,fino ai palinsesti veri e propri e così via senza tralasciare nulla al caso e all’obiettività. Anche la morte del Papa si è rivelata un campo da gioco per i generali della disinformazione italiana;durante i funerali di Giovanni Paolo II Berlusconi avrebbe voluto stendersi sulla salma del pontefice per garantirsi una visibilità maggiore ma il suo salumiere glielo ha sconsigliato:agli occhi più critici forse sarebbe sembrato eccessivo. Mediaset sta querelando a destra e a manca e, per bocca di Fedele Confalonieri, ci regala una perla di squisita fattura:”Mi sembra di essere tornati ai tempi della P2” protesta ai microfoni della sua ammiraglia Confalonieri dimenticandosi forse,la gaffe non si spiega altrimenti, che Berlusconi è il fratello 1816 della famigerata loggia. Per Berlusconi e i suoi zerbini si tratta del solito “linciaggio” ad orologeria e minaccia di far trasmettere in prima serata su Canale 5 la storia a puntate di mamma Rosa se questi attacchi oltraggiosi non cesseranno. I giornalisti RAI hanno diramato un comunicato in cui affermare che sono incazzati è un eufemismo: chiedono l’immediata sospensione dei personaggi coinvolti e un repulisti generale in azienda anche se si tratta di utopie fanciullesche. La lottizzazione c’è sempre stata ma con Berlusconi è accaduto quello che tutti temevano e sapevano,giornalisti RAI compreso(come sottolineano nel comunicato): la totalità dell’informazione era nelle mani di un solo prescritto. Peccato che Enzo Biagi non abbia potuto resistere qualche giorno in più:se ne sarebbe andato con un sorriso sulle labbra. (nella foto un dirigente RAI invoca Berlusconi prima di preparare il palinsesto di RAI 1)

20 novembre 2007


Sono tornato!


Care elettrici,cari elettori

Dopo un periodo di relativa calma mediatica ho deciso, su consiglio del mio istruttore personale di polka acrobatica, di ritornare con i capelli mossi dal vento del desiderio di libertà sulla decappottabile della scena politica del nostro amato paese, per motivi a me e a mamma Rosa ignoti, chiamato Italia. Ho taciuto, amiche ed amici, per troppo tempo. Ora ho ripreso il posto che il Padre mio,cioè io,aveva deciso di assegnarmi come giusto tributo al mio genio. Ho principiato qualche giorno fa rendendo il giusto deferente omaggio al maestro,all’amico Marcello Dell’Utri, la cui unica colpa è quella di avere un alito freschissimo,mentolato e a tratti afrodisiaco. E al caro fu Vittorio Mangano,stalliere di Arcore dal ricercato (aggettivo calzante) gusto per le rose e il narcotraffico internazionale,ho rivolto un pensiero di riconoscenza e rispetto. Ma alla magistratura rossa e comunista e bolscevica e marxista e leninista e antipatica questo non va giù! Ma quale mafia, cribbio! Mi consenta! Comunque sia, le esternazioni testè ricordate erano solo il preludio al mio reale intento: fondare un nuovo partito in cui far confluire gli amici di Forza Italia, il cui scioglimento è inevitabile come la chirurgia plastica settimanale ad Alba Parietti, e tutti gli insoddisfatti del governo Prodi. Stamane ero a Cortina in riunione con Aida Yespica, Dracula e Jimmy Page quando Bondi si è alzato da terra e mi comunicato che Bossi, Fini e Casini sono scettici e che forse non mi seguiranno, ma io ho pazienza:ho creato il mondo in una settimana: stavolta non ho tutta questa fretta. Il partito del popolo degli italiani è una realtà e a dicembre saranno edificate democraticamente le sue fondamenta dirigenziali senza perdere mai di vista il sentiero luminoso tracciato per noi dalle nostre guide spirituali:Gargamella e Rockerduck. E’ ora che i parrucconi della politica lascino il passo a noi giovani,a noi amanti della libertà,a noi… A noi! Amica elettrice,amico elettore…mi consenta di invitare lor signori nel nostro nuovo partito,a bere dal dorato e inebriante calice della libertà e dell’abrogazione del falso in bilancio. Ai primi 5000 iscritti in omaggio un materasso in lattice tibetano consegnato direttamente a casa vostra da Alfredo Biondi e una cena con Elisabetta Gardini o Willy il coyote. Per un nuovo miracolo italiano.

18 novembre 2007

Farmi ammazzare dalla mafia?Non mi conviene

Se siete magistrati, poliziotti,carabinieri o semplici cittadini che per il loro impegno antimafia (sacerdoti, giornalisti o commercianti che non vogliono pagare il pizzo) corrono il pericolo di essere fatti fuori dalla mafia, vi conviene lasciar perdere e concentrare le vostre forze contro il terrorismo piuttosto che contro Cosa Nostra. Nella Finanziaria infatti non è stato approvato un emendamento che avrebbe finalmente equiparato le vittime del terrorismo a quelle della mafia:in sostanza e senza tanti giri di parole lo Stato è economicamente più vicino ai parenti delle vittime del terrorismo che a quelle dei clan. E lo capisco:il terrorismo è contro lo Stato,la mafia è intrecciata allo Stato. Una mancanza di rispetto anche nei confronti di Cosa Nostra! Dopo tutti i favori che si sono fatti a vicenda negli anni…Riina potrebbe anche restarci male sapendo che una sua vittima vale meno di una vittima delle Brigate Rosse. Al mercatino della politica un morto della mafia è stimato circa la metà di una vittima del terrorismo. Se Falcone lo avesse saputo…Una decina di familiari di vittime delle cosche, tra cui i genitori dell’agente Antonino Agostino, Sonia, la figlia del giornalista Beppe Alfano e Tina Montinaro, vedova di Antonio,ucciso nella strage di Capaci ,si sono incatenati ai cancelli della prefettura di Palermo per urlare il loro sdegno e per far sapere ai cittadini che esistono morti ammazzati di serie A e di serie B. Purtroppo i vari TG e i vari pseudo approfondimenti serali non ne hanno potuto parlare semplicemente per una questione di gerarchia informativa:è senza ombra di dubbio più costruttivo e socialmente educativo informare il cittadino su quante gocce del sangue di Meredith siano state trovate dietro il mobile della cucina o aggiornarci sulle condizioni di salute della celeberrima e capacissima Alessandra Pierelli, già fidanzata di Costantino,ricoverata dopo un intervento di chirurgia estetica. Neanche al televideo ho trovato nulla:neanche una riga. In compenso però sono stato rassicurato dai preparatissimi giornalisti plurilaureati di RAI e Mediaset che Kitty,il piccolo gattino americano incastrato in un tubo dell’acqua piovana è salvo e che Thais e Teo Mammucari avranno presto un figlio. Ora posso dormire tranquillo.

14 novembre 2007


Andiamocene a giocare in Inghilterra!

Qualora esistesse ancora qualche marziano che non lo avesse capito, il calcio italiano, politica compresa, è gestito da emeriti incompetenti. Un ragazzo viene ucciso da un poliziotto,episodio che con il calcio non c’entra nulla, e negli stadi scoppia il caos. Il Viminale blocca solo alcune partite permettendo così che altre venissero interrotte da branchi scatenati di pseudo tifosi inferociti. Il vetro antisfondamento dello stadio di Bergamo sfondato da un gruppo di volenterosi gentiluomini incappucciati con il coperchio di un tombino introdotto nello stadio nascosto evidentemente in un pacchetto di Marlboro. Cortei contro le forze dell’ordine, guerriglia urbana in mezza Italia ,caserme dei carabinieri assaltate e la politica, sportiva e non, finalmente tira fuori gli attributi dal sacchetto di naftalina e prende una decisione drastica,forte,coraggiosa: la sospensione del campionato per una giornata! Come chiedere ad un bulimico di non mangiare per un paio d’ore dopo che ha vomitato sul tuo tappeto buono. Aggiungiamoci poi che a fermarsi saranno solo la B e la C visto che la massima serie aveva già programmato una sosta in vista della partita della nazionale,episodio che rende il provvedimento ancora più ridicolo. Finché non si approveranno leggi chiare e forti questi episodi si verificheranno puntualmente,e quello di domenica non sarà affatto l’ultimo. L’Inghilterra lo ha fatto e ha risolto il problema hooligans che,giusto per inciso, non erano affatto delle educande intimorite. Ma evidentemente noi siamo culturalmente inferiori agli inglesi;d’altronde mentre loro avevano i Beatles e gli Stones noi avevamo Orietta Berti e Mino Reitano. Se i nostri politici e i nostri dirigenti sono degli irrecuperabili incapaci piazzati sulle loro poltrone da “amici” e “amici degli amici” e perché hanno adoperato la lingua non per leccare francobolli, facciamo inglobare il nostro campionato in quello inglese perché se aspettiamo che queste zucche vuote capiscano cosa realmente si deve fare…Per non parlare poi delle trasmissioni sportive che hanno banchettato tutta la serata con i resti di una pietanza ormai riscaldata e inodore:non c’è più nulla da dire su questi episodi:è solo voyeurismo mediatico. E soprattutto quando ci sono questi episodi Elisabetta Caanalis è costretta a coprirsi.

9 novembre 2007


Il silenzio è d'oro

Enzo Biagi ancora non è stato tumulato e Berlusconi perde un'altra occasione per stare zitto. Secondo Berlusconi infatti non c'è stato nessun ukase bulgaro contro Biagi. Vergogna!
Oggi,un maestro dell'equilibrio e del giornalismo obiettivo, Emilio Fede, ha stigmatizzato come in un momento di dolore c'è chi ha speculato riproponenendo vecchie storie ormai,a suo dire,chiarite e dimenticate. Il sommo Fede bacchetta chi osa ricordare l'ukase bulgaro del suo padrone nei confronti di Biagi e con uno scodinzolìo da consumato eunuco si prostra deferente davanti alla salma di Enzo Biagi che,Fede glissa a riguardo,non prese bene l'allontanamento dalla RAI come hanno ricordato le figlie in questi giorni. Emilio! Sei sempre il più grande!Senza vergogna.

23 ottobre 2007


Due piccioni con un Clemente. I successi di un figlio di Ceppaloni


Clemente Mastella da Ceppaloni è riuscito dove tutti avevano fallito. Clemente Mastella da Ceppaloni in poco meno di un anno ha superato non solo se stesso ma con lo sprint fosforescente del centometrista dopato ha ottenuto due risultati che neanche uno sceneggiatore di “Vivere” in preda ai fumi dell’alcool avrebbe osato immaginare:diventare per alzata di mano (dito medio compreso) il politico più odiato d’Italia, anche più di Silvio Berlusconi, e far rimpiangere Roberto Castelli al Ministero di Grazia e Giustizia. Due successi impossibili per chiunque,ma non per lui. Il merito di tali trionfi è naturalmente da condividere con Romano Prodi che ha creduto fortemente nel figlio di Ceppaloni e gli ha affidato il Ministero della Giustizia,il luogo ideale dove Mastella ha potuto fin da subito esprimere tutte le sue potenzialità. E non ci ha deluso. La signora Sandra Lonardo in Mastella si lamenta dove può di un linciaggio mediatico gratuito nei confronti del marito ma pecca di modestia e io non ci sto:voglio che il mio conterraneo abbia il giusto riconoscimento per l’impegno profuso in questi mesi,impegno che lo ha portato dove nessuno era mai stato prima. Torniamo a qualche settimana fa. Il governo è come al solito in bilico, rischia di cadere; Mastella è odiato ma non ancora abbastanza da superare Berlusconi. Bisogna agire. Poche ore dopo avere iscritto nel registro degli indagati per l’inchiesta “Why Not” il ministro Clemente Mastella, al giudice De Magistris viene tolta l’inchiesta per incompatibilità ambientale (che ad un lettore malizioso potrebbe suonare come un “i potenti non si toccano”) ed avocata dal procuratore generale di Catanzaro. Qualche tempo prima che Mastella venisse indagato, proprio per De Magistris erano stati inviati ispettori ministeriali a verificarne la correttezza e la professionalità e casualmente proprio nel momento in cui stava scoperchiando qualche pentolone forse un po’ troppo pesante. Mastella comunque vuole che l’inchiesta vada avanti;una precisazione inutile visto che neanche il più maligno dei suoi avversari avrebbe mai ipotizzato un desiderio diverso da parte del ministro. Che dire? Berlusconi e i suoi attacchi alla magistratura sono acqua fresca: Silvio parla ma Clemente agisce.



Come ti rispondo al V-Day

Sembra essersi lentamente spenta l’eco mediatica del cataclisma Grillo ma è piacevole riproporre le esilaranti risposte della politica al V-Day e alla partecipazione alla festa dell’Unità di Beppe Grillo,risposte che andrebbero custodite gelosamente dai loro autori e depositate di corsa alla SIAE prima che qualche comico o Berlusconi possano spacciarle per proprie battute ai loro show futuri (il verbo “spacciare” è inadatto per la politica ma in questa frase non potevo inserire “sniffare”o “andare a mignotte perché sono lontano da casa e lasciare quella battona dalle enormi tette finte a terra in overdose” );a parte Di Pietro e Pecoraro Scanio nessun big ha appoggiato la manifestazione dell’8 settembre e i suoi contenuti che nel complesso,con alcuni grossi punti interrogativi, sembrano abbastanza ragionevoli ma quantomeno degni di considerazione . Da buon democristiano old style Casini ha rimandato al mittente il vaffanculo di Grillo: d’altronde la democrazia cristiana ha sempre lavorato così: tu dai una cosa a me e io do una cosa a te; Prodi ha rivelato a Bruno Vespa,dopo che questi lo aveva sollecitato con due scariche elettriche rese più efficaci dalla scia viscosa del conduttore, di essere vispo come un “grillo” in risposta al comico genovese che inspiegabilmente lo paragona al Valium: una battuta splendida quella del premier! Per scriverla Prodi ha chiesto aiuto al ghost-writer dei comunicati di Trenitalia e ad Annamaria Franzoni. D’Alema invece si è irritato perché la giornalista che lo stava intervistando non gli ha fatto i complimenti per i suoi nuovi mocassini in pelle di lavoratore a progetto mentre Fassino è impegnato nel tour lungo lo stivale per spiegare agli italiani il programma dell’Unione in vista delle elezioni di aprile 2006. Da Mastella nessuna notizia: secondo un’informativa del SISMI si sarebbe barricato con il figlio Elio nell’aereo di stato che li ha portati a Monza per il GP:deve ancora finire di svuotare il minibar. Concitate le trattative: per lasciare il velivolo Mastella ha chiesto la riapertura del caso Tenco,il viceregno delle Americhe e una scatola nuova di Pavesini. Veltroni è in giro a fare marchette per il PD (il cui slogan potrebbe essere:”Partito Democratico:se avessimo delle idee ve lo diremmo”) mentre Bossi fa l’annuale analisi delle urine al Po in compagnia di Borghezio,Calderoli e Panoramix il druido che però ha subito preso le distanze dai leghisti dicendo che se sono così non è colpa delle sue pozioni. Berlusconi tace. Brutto segno.

20 ottobre 2007


Super Chicco Show:il colpo di genio di Enrico Mentana e il ritorno in TV di Luttazzi


Venerdì 19 ottobre inizia la solita puntata di Matrix di Enrico Mentana. L’impeccabile presentatore apre le danze con una sorprendente premessa che mi lascia ben sperare:”Stasera tutti parleranno di Cogne. Noi no. Noi parleremo d’altro”. In giornata era stata depositata la motivazione della sentenza di Cogne(un delitto di ordinaria e drammatica quotidianità “pompato” ad arte dalla stampa per mettere in secondo piano notizie di reale interesse pubblico) e come impone il “giornalismo” italiano si è innescata un’esplosione di speciali e inutili approfondimenti sull’argomento. Ma Mentana andrà oltre. Mi sono emozionato,non lo nascondo. Matrix col tempo era diventata la brutta copia frizzante di Porta a Porta (tutto è possibile),con la stessa scientificità nello scegliere temi “specchietto” per abbindolare lo spettatore medio il quale automaticamente pensava:” E’ esplosa la Cina? Se Vespa e Mentana non ne parlano vuol dire che non era un fatto poi così importante”;ma venerdì sera no! Mentana ha le palle d’acciaio,vuole andare controcorrente. Di cosa parlerà? Sicuramente dell’avviso di garanzia al Ministro della Giustizia Clemente Mastella emesso dalla procura di Catanzaro penso io... Mentana si toglie il cilindro e tira fuori il suo bel coniglio…il colpo di genio con il quale supera il maestro Vespa: Mentana parlerà della separazione della signora Sarzoky dal marito,il neo presidente francese. Mi cadono le braccia. Il 3 novembre in tv tornerà Daniele Luttazzi:spero di resistere fino ad allora.
Pochi sanno che in realtà Luttazzi non è mai stato censurato dalla politica:dopo l’ultima puntata di Satyricon è rimasto intrappolato in un bagno di Viale Mazzini a causa di una serratura difettosa e per evitargli una figuraccia si è fatta circolare la voce della censura che, come ha giustamente più volte ricordato Berlusconi,ha giovato non poco all’immagine di Luttazzi:se si fosse saputo che era semplicemente una serratura arrugginita a tenerlo lontano dalla tv, il comico romagnolo non avrebbe avuto così tanta pubblicità; comunque sia appena Petruccioli ha trovato un minutino per la riparazione Biagi lo ha subito intervistato. Luttazzi poi è sparito di nuovo? La colite è un male implacabile. C’è chi si illudeva che se Prodi avesse vinto le elezioni,mi chiedo se sia realmente successo, anche Luttazzi sarebbe stato riaccolto in RAI ma i fatti hanno dimostrato che non è solo Berlusconi a temere la Satira con la S maiuscola (Come riconoscere la Satira dalla satira? Basta escludere quella che piace ad Emilio Fede:Fiorello,Striscia La Notizia e D’Alema su tutti). Ufficialmente Luttazzi non torna in RAI perché fa poco ascolto? Satyricon: 2 milioni di spettatori (più de La Piovra e di Porta a Porta) in seconda serata su RAIDUE prima della chiusura (8 milioni dopo la chiusura); teatri ed università stracolme ad ogni suo spettacolo e intervento (cosa non si farebbe per saltare una lezione o un amplesso coniugale). Luttazzi è volgare? A differenza di chi è volgare perché non sa fare di meglio la sua e’una scelta prettamente stilistica ed espressiva (spesso necessaria:è teleologicamente possibile parlare di Giovanardi senza chiamare in causa gonadi purulente o bacilli vaginali?) in più il linguaggio scurrile è prerogativa della Satira fin dall’antichità. Altre obiezioni? No,l’avere tre capezzoli non conta. Ora che Mediaset ha rilevato Endemol sono tramontate anche le mie speranze di vedere Luttazzi in RAI saltare fuori da uno dei pacchi di “Affari Tuoi” o dalla scollatura della Clerici a “La Prova Del Cuoco”. Appuntamento il 3 novembre alle 23.30 su La7. (nella foto la casa di mia nonna dopo la mia reazione all'apertura di Mentana)

Mafia? No,grazie:preferisco Cogne


Il 41 bis è una tortura. Lo ha affermato un giudice americano e visto che gli americani sanno sempre quello che dicono e quello che fanno non ho dubbi sulla disumanità del provvedimento in questione. Rosario Gambino, noto filantropo da 22 anni inspiegabilmente in carcere per traffico internazionale di stupefacenti e cugino involontario del boss Carlo Gambino,secondo il coscienzioso giudice americano non deve essere estradato in Italia perché il 41 bis, cui sarebbe sottoposto una volta sbarcato nello stivale, arrecherebbe danni alla sua salute cagionevole. A Palermo sono stati chiesti otto anni di reclusione per il presidente Totò Cuffaro che ha eroicamente ribadito,forse pensando che nessuno lo ascoltasse, che se verrà condannato si dimetterà dalla carica di presidente della regione Sicilia;nelle stesse ore a Totò Riina è stata negata la concessione degli arresti domiciliari dopo che gli era stata rifiutata la scarcerazione per motivi di salute( i suoi avvocati ci hanno provato,non si sa mai…);a distanza di poche ore Gianfranco Miccichè afferma che l’aeroporto di Palermo intristisce i turisti in arrivo a causa del suo nome: Falcone-Borsellino. Partendo dal presupposto che anche Falcone e Borsellino avrebbero fatto volentieri a meno di saltare in aria e cedere i diritti dei propri cognomi ad un aeroporto, visto che però non ne hanno proprio potuto fare a meno, almeno da morti evitiamo di prenderli per il culo:già lo abbiamo fatto abbastanza quando erano vivi Insomma,in questi giorni si è per forza dovuto parlare di mafia anche se gli “approfondimenti” serali dell’ottimo Vespa e dell’irreprensibile Mentana continuano a riguardare Lady Diana,il delitto di Garlasco e l’aumento del prezzo delle banane. Si parla di mafia ma attraverso episodi surreali, grotteschi. Gambino,che per il suo legale non è neanche mafioso,resta in America perché in Italia il carcere sarebbe troppo scomodo; Cuffaro, che a processo in corso da tempo(i reati ipotizzati erano ben noti a tutti,anche a Cesa e a Casini), viene ricandidato dall’ UDC e stravince contro Rita Borsellino; Miccichè preferirebbe per l’aeroporto di Palermo un nome più esotico,al latte di cocco magari, piuttosto di quello di due magistrati (palermitani d.o.c.) che hanno avuto il pessimo gusto di farsi ammazzare per futili motivi quali l’Onestà e il senso del dovere. Non si parla però della quotidianità della mafia,di come agisca in silenzio serpeggiando indisturbata tra le istituzioni;d’altronde se la mafia non spara che ce ne frega? Arrestato Provenzano l’interesse è scemato;si,ci sono in giro Matteo Messina Denaro e Salvatore Lo Piccolo ma non hanno ancora il “fascino” dei vecchi padrini;la televisione dovrebbe occuparsi settimanalmente della mafia,con una trasmissione che aggiorni di volta in volta di quei fatti non eclatanti come il magistrato che salta in aria o il politico pizzicato con le mani nella marmellata:bisogna informare sulla quotidianità! Non chiedo che lo faccia Berlusconi, per carità…dovrebbe togliere un’ora settimanale al duo Costanzo –De Filippi e poi finché continua ad appoggiarsi a Dell’Utri sarebbe complicata la gestione di un programma del genere. Ma la RAI lo può fare. Ma non lo fa. Oggi lancio questo sassolino nello stagno,magari ne riparleremo più in là proponendo qualcosa di più concreto oltre alla semplice richiesta di un settimanale di informazione su Cosa Nostra.

19 ottobre 2007


Tre scapoli e un Casini


Continuano i dolori intestinali di una politica sempre più stitica in fatto di nuove idee ma sempre incontinente di progetti di alleanze,divorzi,unioni,separazioni. Dopo la nascita del PD di Veltroni Berlusconi, Bossi e Fini (in rigoroso ordine di guai con la giustizia) preparano (e disfano semestralmente) il progetto della federazione della libertà che dovrebbe sostituire la coalizione della libertà:tra gli obiettivi già individuati l’annessione della Svizzera e la depenalizzazione dei cd di Apicella,ma solo per uso personale. La manifestazione del 2 dicembre 2006 è stata la culla spirituale di questo indispensabile progetto politico che è stato confermato tempo dopo da Berlusconi e Bossi ad un pranzo macrobiotico cui hanno partecipato anche Tremonti, Maroni, Calderoli, Castelli e Brancher:tra gli argomenti trattati al rave party che ha seguito il pranzo,la proposta di eliminare la tabellina del 9 e la pubblicazione di un decalogo per sembrare intelligenti. Berlusconi comunque esclude lo scioglimento di Forza Italia : secondo sondaggi non meglio identificati e attualmente al vaglio della scientifica, FI avrebbe il 31.7% di consensi in Italia e il 36% in Lombardia:numeri da capogiro se consideriamo che l’autore dei sondaggi è una lavastoviglie. Bossi ne era entusiasta e Fini sembrava essere d’accordo anche se tuttora non ha ancora capito bene perché Bossi fosse entusiasta e su che cosa lui stesso fosse d’accordo. Berlusconi anticipa che :”Ogni decisione della federazione sarà messa ai voti e prevedrà un quorum;la minoranza accetterà il volere della maggioranza,e anche se la differenza fosse di soli 24.000 voti la minoranza accetterà democraticamente la sconf…Ehm… scusate,devo andare:ho un appuntamento con Ancelotti”. Dopo gli entusiasmi iniziali pare proprio che non se ne farà più nulla:nei mesi scorsi Bossi si è lentamente dissociato dal progetto e dal dietologo di Borghezio. Dalla Federazione sarebbe naturalmente escluso il transfuga Casini che ha comunque precisato alle agenzie di stampa di essere in grado di infilarsi in bocca dodici uova sode contemporaneamente. Con il guscio. Ma questa federazione avrebbe un senso? E se ce l’ha, perché le foto di De Gasperi lacrimano chinotto?

18 ottobre 2007

Primo sondaggio de Lo Starnuto!

Parte oggi il mio primo sondaggio! Il primo sondaggio su questo blog,visto che in effetti un primo tentativo l’ho fatto qualche mese fa con Vladimir Luxuria nella toilette di Montecitorio ma sono stato interrotto dalla Gardini prima che le misurazioni venissero ultimate. Comunque sia…è nato il Partito Democratico con un programma chiaro e ben definito:appena Prodi avrà finito di dettarlo a Veltroni verrà pubblicato a puntate sulle confezioni del latte parzialmente scremato. Quale sarà la priorità politica nell’immediato futuro del nuovo PD di Veltroni?

17 ottobre 2007

Mimun al Tg5 nel segno della coerenza

Martedì 3 luglio stavo nervosamente facendo zapping alla ricerca di qualche notizia succosa quando nello studio del Tg5 è apparso lui,il direttore chic,il Cesare Ragazzi del giornalismo nostrano:Carlo “Wig” Rossella. Una visione. Alla gioia che rasentava ormai un erotismo incipiente è subentrato il dolore perchè Rossella e le sue sopracciglia mondane si stavano congedando dal loro pubblico augurando buon lavoro al nuovo direttore:Clemente J. Mimun. Clemente J. Mimun! Non vi nascondo che un brivido di piacere ha percorso la mia schiena. Clemente J. Mimun:l’uomo che alla direzione del Tg1,tra le altre cose, ha dato dignità e lustro al “panino”, insieme alla fantasia del cadaverico ora onorevole UDC Francesco Pionati, tanto da renderlo un’opera d’arte(il panino è quel servizio tritatutto che nei tg, in rapida successione, dà voce prima alle dichiarazioni della maggioranza,poi all’opposizione e in chiusura al governo senza farti capire nulla, neanche l’argomento in questione ma lasciandoti impresso solo il ricordo dell’ultimo intervento e uno strano prurito ascellare). Di Mimun ci sarà tempo di parlarne e di ricordare le sue innumerevoli gesta al Tg1 che saranno rinverdite,non c’è dubbio,dalla nuova direzione a Canale5 dove non dovrà nemmeno sforzarsi di fingere,come ai tempi della RAI, un’equilibrata imparzialità e dare così sfogo a tutto il suo genio decadente;ma torniamo a Rossella. Il giornalista in studio,un Alberto Bilà agonizzante dall’emozione o dalle mutande strette, gli porge commosso la parola e lui la doma come solo un vero giocoliere del congiuntivo sa fare:dopo le solite banalità di rito si spertica nell’elogio dell’imparzialità del suo editore(che per rispetto dei telespettatori a tavola non nomina) che mai ha osato interferire nel suo lavoro con suggerimenti o imposizioni faziose:d’altronde non ce n’era bisogno. Un ringraziamento sentito poi ai suoi giornalisti,un variegato team che a suo dire incarna una delle migliori espressioni giornalistiche d’Europa;lo stesso team che non appena Rossella fu annunciato nuovo direttore al posto di Mentana (un escalation terrificante:Mentana,Rossella,Mimun. Il prossimo direttore sarà probabilmente Sandro Bondi) produsse un comunicato in cui si dichiarava”preoccupata per una scelta che può mettere a rischio l’indipendenza del nostro telegiornale”; Rossella ora andrà a dirigere Medusa:in fondo lui ha dimostrato di saperla fare la fiction,no?

La vera storia di Romano Prodi


Romano Prodi nasce a Scandiano,un paesino in provincia di Reggio Emilia a pochi chilometri dal confine messicano, il 9-8-39. Il piccolo Romano si distingue subito dai suoi compagni per la vivacità e per le continue marachelle che lo porteranno ad essere considerato un ragazzo difficile(si racconta che un giorno abbia addirittura nascosto il cappello della maestra). Il giovane Romano decide di non vivere gli anni della fanciullezza e dell’adolescenza, che salta a piè pari, per catapultarsi anima e corpo negli studi universitari intenzionato a diventare un uomo di primo piano nello scacchiere politico internazionale o quantomeno a riuscire a pettinarsi da solo. In questi anni sboccia l’amore per il ciclismo e per tutti gli sport che iniziano con la lettera U;non è raro incontrare il giovane Romano correre a rotta di collo lungo le discese dell’Appennino, anche se solo poche volte riesce a raggiungere la sua bicicletta. Dopo aver superato a 19 anni l’esame più impegnativo del suo corso, Storia della molletta, pare sia corso nel suo alloggio e abbia urlato ai suoi coinquilini Tremaglia, Giovanni Maria Flick e Raz Degan “Ormai nulla può tenermi lontano dalla presidenza del Consiglio:datemi un asciugamano che mi sono imbrattato i pantaloni”. Si specializza alla “London School of Economics and Hemorroids” seguendo le lezioni del professor Humprey McDonald,un appassionato economista che brevetterà qualche anno dopo una speciale cannuccia a forma di sinusite. Il giovane Prodi,che intanto dichiara di non aver mai avuto meno di 53 anni, si dedica all’insegnamento universitario con attività di ricerca indirizzate verso tre temi diventati classici negli studi di Economia Industriale e nei corsi di ballo latino-americano:la politica antitrust, lo sviluppo delle piccole e medie imprese, l’asportazione della prostata come deterrente dell’evasione fiscale. Nel novembre 1978 occupa la poltrona di Ministro dell’Industria ma grazie ad una soffiata viene scoperto e cacciato nel marzo del ’79. E’ nel periodo del sequestro Moro,il 4-4-78 per la precisione, che Prodi partecipa ad una seduta spiritica in cui lo spirito evocato, Mike Bongiorno, parla di “Via Gradoli”,in cui allora si trovava un covo delle Brigate Rosse. Secondo alcuni, quella della seduta spiritica sarebbe stata una trovata per non rivelare l’identità dell’informatore: Prodi ha sempre negato di essere parente di Fred dei Flinstones. Dal 1982 al 1989 presiede l’I.R.I che vive una fase di profondo risanamento ma soltanto dalle 15 alle 23 dei primi venerdì del mese. Tornerà a presiedere l’I.R.I. nel 1993 dopo aver vinto una gara di bollicine con il naso con Luca Cordero di Montezemolo. Nel 1995 fonda l’Ulivo, una coalizione di centrosinistra nata con lo scopo di rendere più umilianti le vittorie di Berlusconi. Nel ’96 comunque l’Ulivo vince involontariamente le elezioni e Prodi traghetta l’Italia in Europa: da segnalare l’ “Eurotassa” che Prodi impone agli italiani promettendone la restituzione entro breve tempo ma si sa come funzionano le poste in Italia. Dal 1999 al 2004 presiede la Commissione Europea a Bruxelles:oltre all’entrata in vigore dell’Euro,la sua presidenza coincide con l’esplosione di un seno di Pamela Anderson. Nel 2006 è nuovamente designato leader dell’Ulivo che conduce ad una mirabolante vittoria elettorale decisa dal voto degli italiani all’estero, dei senatori a vita e di dodici bambole gonfiabili di Tropea;siede nuovamente a Palazzo Chigi al governo di una coalizione estremamente variegata e pittoresca regalando chicche di squisita ironia degne del miglior Pippo Franco d’annata: Clemente Mastella ministro della Giustizia e Antonio Di Pietro ministro delle Infrastrutture. Secondo voci di corridoio sarà uno dei prossimi concorrenti de “L’isola dei famosi”.

12 gennaio 2007