Santo Padre rinuncia alle posate incastonate di diamanti e mangia lo zampone solo con quelle d'oro.
(Nella foto la Fornero in lacrime al pensiero che la figlia della Gelmini rischia di ricevere i doni di Natale non prima del 27 dicembre)
Le notizie come le avrebbe commentate il proctologo di Kafka ovvero il lato oscuro della Satira.
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Dal Vernacoliere di ottobre
Un paio di mesi fa alcuni dirigenti della polizia postale sono volati in California per raggiungere un accordo con i vertici di Facebook grazie al quale potranno setacciare il social network in lungo e in largo senza chiedere l'autorizzazione alla magistratura. L'accordo è in linea con la riforma della giustizia auspicata da Berlusconi, riforma che prevede per i magistrati un graduale ridimensionamento della loro funzione in attesa che il Pdl riesca a far passare il decreto che li renderà finalmente fuorilegge. Ufficialmente l'accordo permetterà di contrastare più efficacemente la diffusione di materiale pedopornografico, le truffe telematiche e soprattutto la creazione di falsi profili vip, piaga che colpisce duramente alcune categorie lavorative del nostro Paese. Infatti, secondo il dott. Dlin Dlon, presidente dell'ordine nazionale degli stalker italiani, i falsi profili vip avrebbero causato ingenti danni morali ed economici agli iscritti all'albo che, ritenendo genuini i profili in questione, avrebbero bruciato circa 45.000 ora annuali di molestie privandone i veri destinatari che per di più, sentendosi trascurati, si sono rivolti a professionisti stranieri.In sostanza, durante le indagini, le forze dell'ordine avranno carta bianca per spulciare i nostri profili a loro discrezione e senza informarci. Ma questa non è proprio una novità. E' da tempo che i social network vengono scandagliati a fondo dagli inquirenti per ricostruire spostamenti e verificare alibi nei fatti di cronaca nera come il caso Scazzi, l'omicidio di Melania Rea o il passaggio di Scilipoti nel lato oscuro della Forza. E la nostra privacy? A tal proposito il garante ha tranquillizzato l'opinione pubblica affermando che non ci sono rischi. Almeno questo è quanto ha dichiarato la polizia postale rendendo pubblico un messaggio privato che il garante della privacy aveva mandato al suo ortolano. Lo stesso ministro Maroni ha voluto dire la sua: “Il piano originario prevedeva l'utilizzo di un agente di polizia fisicamente vicino ad ogni fruitore di FB per monitorarlo costantemente ogni volta che questi accedeva al social network; secondo i nostri esperti, però, il fiato dell'agente sul collo dell'utente avrebbe potuto insospettire gli spiati e farli soprassedere nei loro intenti criminali. Per questo motivo abbiamo deciso di spiarvi dalle caserme: sia perché in questo modo voi avrete l'illusione di essere liberi, sia perché così possiamo tenere liberi gli agenti e utilizzarli nelle vere emergenze del Paese: fare da staffetta alle troie dirette ad Arcore”.
Per partire male dopo un'estate torrida e appiccicosa ecco un nuovo post dal mio blog sul sito de Il Fatto Quotidiano.
Hanno fatto il giro del mondo le ultime esternazioni di Gheddafi: “La Libia è un paese di merda”. Un autogol ancora più pesante se si pensa che, quando decise di scendere in campo per il bene del popolo libico, aprì il discorso dichiarando che “la Libia è il paese che amo”. Capisco che il colonnello sia un po' seccato perché il suo popolo si è mostrato immotivatamente irriconoscente dopo 40 anni di feroce dittatura e gli abbia scrostato l'oro dai cessi del suo bunker a colpi di granata, ma una frase del genere è inammissibile. Oltre ai reality e al precariato fino ai 78 anni è proprio questo che rende oggettivamente superiore il mondo occidentale, l'Italia in particolare, rispetto al mondo arabo: in un paese civile come il nostro un leader non si sarebbe mai permesso una sparata così grossa. Per non parlare della dignità della donna: nel mondo arabo le trattano da bestie. E' accertato che Gheddafi abbia violentato le donne che aveva assunto come guardie del corpo. Ma dico io, se a Gheddafi veniva duro solo con le divise poteva semplicemente organizzare qualche festino e affittare i costumi da poliziotto come si fa qui da noi. E senza ricorrere alla violenza! Sarebbe stato sufficiente promettere qualche posto al parlamento europeo o alla tv libica. Certo, c'era sempre il rischio di essere ricattato, ma uno con le sue risorse poteva tranquillamente permetterselo. Tanto, tutto quello che avrebbe speso lo avrebbe fatto ritornare in tasca con una finanziaria o facendo rientrare gratuitamente dall'estero, grazie ad un bel condono, i soldi che aveva occultato in qualche paradiso fiscale. Insomma caro Muammar, sei stato un minchione. Se avessi seguito questi piccoli accorgimenti a quest'ora saresti ancora con le mutande calate seduto sulla sua tazza d'oro a leggere Topolino e non in fuga verso il Niger rincorso da decine di processi a sfondo sessuale. Ad ogni modo nulla è ancora perduto del tutto, altrimenti il segretario del suo partito non avrebbe sfidato il ridicolo annunciando la sua candidatura per le elezioni libiche del 2013.
Dal Vernacoliere di agosto-settembre. Ci becchiamo ad ottobre con il nuovo numero!
L'intervista è di quelle dolorose, di quelle che si fa fatica a credere che siano state rilasciate in un paese industrializzato dove la dignità economica dovrebbe essere garantita a tutti, non solo ai docenti di religione. Incontriamo Arnaldo al termine del turno all'acciaieria in cui lavora ormai da diversi mesi. Eccolo che si sfila la tuta da operaio madida di sudore e lentamente si incammina con i suoi compagni verso l'uscita. Battista gli apre la portiera, poi l'auto blu parte a sirene spiegate verso casa. “Sono costretto ad arrotondare in acciaieria perché non si arriva a fine mese. Il ministro Rotondi ha colto nel segno: dopo aver pagato collaboratori vari, affitti e via dicendo, alle nostre famiglie restano solo 4000 euro che bastano a malapena a soddisfare i bisogni primari: idromassaggio a 56 velocità, corsi avanzati di ceramica, maneggio in collina e rubinetti del cesso in oro. Ci sono giorni in cui dobbiamo rinunciare alla carne di panda e ripiegare sul vitello. Per non parlare del nostro labrador che ha dovuto interrompere le sedute dallo psicologo perché non potevamo permettercene più di due a settimana”. La voce si rompe quando parla dei suoi figli. “Quando mia figlia è andata a scuola indossando per due giorni di fila lo stesso Armani ho creduto che non fosse poi così grave; voglio dire, magari le sue amichette avranno pensato che aveva semplicemente due Armani identici. Ma quando la Lamborghini di mio figlio è rimasta a secco a 50 metri dalla sua scuola elementare ho capito che dovevo fare qualcosa, dovevo rimboccarmi le maniche. Nathan ha ancora nelle orecchie le risate dei suoi compagni di classe che lo schernivano mentre l'autista gli spiegava che avrebbe dovuto camminare a piedi fino al cancello.” Arnaldo si fa forza dando un morso ad un tartufo di 2 kg accompagnato da un sorso di Borgogna del 1805 sorbito dal teschio di un cassaintegrato abruzzese. La macchina sfreccia nel traffico, la sirena e il colore dell'auto annullano per magia semafori rossi e sensi vietati, ma all'interno del veicolo il dramma continua. “Alcuni miei colleghi sono disperati. C'è chi la notte non va più a trans ed è costretto ad avere rapporti sessuali con le mogli. A volte persino con le proprie. Ma anche per quelli che non militano nell'Udc non va meglio: non tutti possono barattare il sesso con un posto in Parlamento o in un Consiglio regionale, devono mettere mano al portafogli e con 4000 euro al mese al massimo ci scappano due gemelle di cui solo una con le tette rifatte.” L'auto si ferma. Arnaldo scende, e dopo averci salutato sommessamente si avvia rassegnato in Parlamento dove avrà solo pochi minuti per mandare giù un pranzo di tre portate a meno di 5 euro, fare un salto gratis dal barbiere per poi andare a sedersi in aula e aspettare che passino 5 anni prima di ottenere una pensione mensile di 3000 euro. Coraggio, Arnaldo...
Dal mio blog sul sito de Il Fatto Quotidiano.
Per il secondo anno consecutivo il Governo diserta la commemorazione della strage di Bologna. Non c'entrano i fischi, non c'entrano le contestazioni. O almeno non c'entrano come vogliono farci credere gli scribacchini di sinistra; e per una ragione molto semplice: se il Governo dovesse disertare tutti i luoghi in cui rischierebbe di essere spernacchiato vedremmo la Carfagna solo sui calendari, Borghezio solo nei casellari giudiziari, la Santanché solo al Billionaire e mai a manifestazioni pubbliche. La verità è che Berlusconi ce l'ha con i bolognesi. E per ottime ragioni. Come a causa del trattamento riservato nel 2009 a Sandro Bondi, ultimo rappresentante del Governo a presentarsi alla commemorazione, costretto dai fischi a scendere dal palco ancor prima di aver finito di leggere le sue poesie dedicate al premier. Un affronto intollerabile. Ma questo è stato solo l'ultimo motivo per cui Berlusconi ha deciso di non mandare più nessuno a dire cazzate a Bologna. Berlusconi è risentito soprattutto per la scelta della tempistica della strage. All'epoca era fresco di P2, sullo stendino di villa S.Martino le sue mutande erano appese vicino a quelle di un boss di Cosa Nostra e non aveva la necessità di scendere in campo per salvarsi il culo perché i politici che dovevano salvarglielo facevano bene il loro lavoro; insomma, una strage del genere all'epoca non gli serviva, era inutile. I bolognesi avrebbero dovuto rimandarla in modo che fosse organizzata non prima dell'anno scorso per distrarre l'opinione pubblica dagli scandali sessuali, dalla compravendita di onorevoli e dal disastro della manovra economica. Nel 1980 sarà certamente servita ad altri, ma non a Lui. I bolognesi avrebbero dovuto mettere da parte il protagonismo, la smania di apparire e seguire l'esempio degli abruzzesi che, nonostante la secolare sismicità del loro territorio, hanno pazientemente aspettato il periodo del G8 prima di organizzare un terremoto in grande stile e permettere così a Berlusconi di sfruttare degnamente la tragedia e farsi bello in mondovisione. Gli abruzzesi hanno offerto l'assist per una marchetta gigantesca che Bologna non ha voluto offrire. E allora perché mandare rappresentanti del Governo se il Governo non ci può guadagnare niente? Per promettere giustizia ai parenti delle vittime? Tanto nessuno abbocca più, e allora perché perdere tempo? Che i bolognesi la smettano di lamentarsi e facciano un po' di autocritica. E che serva di monito anche alle altre città: per il futuro aspettate il momento giusto se volete che il Governo venga alle vostre commemorazioni.
La strage in Norvegia ha suscitato forti reazioni in tutti i paesi civili che fanno della tolleranza religiosa e della libertà culturale un vanto e una bandiera. Ma ora veniamo alle reazioni in Italia. Il custode del cimitero degli Allori a Firenze ha sentito strani rumori giungere dal campo santo, rendendosi infine conto che altro non erano che orgasmi multipli provenienti dalla tomba di Oriana Fallaci. I miagolii di piacere sono andati avanti tutta la notte; quando si è capito che non sarebbero cessati da soli è stato necessario ricorrere ad un esorcismo: chiamare Elio Germano e fargli leggere una serie di proposte di legge sui matrimoni gay. Magdi Allam è stato rinvenuto nella fontana di Trevi in stato di semi incoscienza, vestito solo di un orecchino a forma di intolleranza religiosa e sbronzo di acqua santa: secondo il medico che lo ha visitato saranno necessari 12 interventi di chirurgia plastica per ridurgli il sorriso. L'erezione invece sarà permanente. Per non parlare del Santo Padre, che ha chiesto ai suoi collaboratori se esistano o meno i requisiti per beatificare Breivik. Gli hanno risposto che se non si è fatto fotografare con Pinochet o se non ha salvato per anni dalla galera un delinquente come Marcinkus è dura: dovrà fare qualche altro miracolo. O un'altra strage. Quello che però mi ha più colpito è stato il linciaggio mediatico nei confronti di un personaggio scomodo come Mario Borghezio, da sempre impegnato nella difesa dei diversi e dei più deboli e non a caso membro della commissione per le libertà civili. Borghezio ha semplicemente affermato che alcune, non tutte ma solo alcune, idee di Brievik erano ottime. Ad esempio l'idea di usare il fertilizzante per costruire esplosivi. Secondo Borghezio si tratta di una pregevole idea che favorisce l'agricoltura perché una volta che l'esplosione ha fatto il suo dovere i terreni circostanti vengono automaticamente concimati. Meno buona l'idea di travestirsi da poliziotto. Questo tipo di travestimento è sconsigliato per le azioni all'aperto, in quanto è preferibile adottarlo esclusivamente in luoghi chiusi e provvisti di scale possibilmente scivolose. Dichiarazioni moderate come al solito, eppure in tanti hanno preso le distanze, persino i vertici della Lega che per criticare Borghezio hanno dovuto smettere di discriminare gli extracomunitari per qualche ora. Quando gli hanno spiegato che i norvegesi sono quasi tutti biondi e con gli occhi azzurri, Calderoli ha personalmente chiesto scusa alla Norvegia definendo “farneticazioni” le dichiarazioni del suo collega di partito: “Borghezio ha detto delle sciocchezze: come fa a definire ottime idee quelle di Brievik se in tutto quel casino non è riuscito a far fuori nemmeno un napoletano?”
Dal Vernacoliere di luglio.
Si allarga a macchia d'olio lo scandalo delle scommesse nel calcio, un mondo così sporco che a Coverciano stanno pensando di allestire corsi di aggiornamento per gli allenatori della mafia russa. Non è un caso che prima del 1987 Silvio Berlusconi fosse poco considerato; era un semplice iscritto alla P2 che aveva ospitato per anni un mafioso a casa sua: ha acquistato vera credibilità nella malavita solo dopo aver comprato il Milan. Vagonate di denaro mosso con transazioni illegali, contatti con la criminalità organizzata, continue intromissioni della (e nella) politica, morti sospette, sfruttamento della credulità popolare, scandali sessuali; se l'elenco avesse incluso anche una foto con Pinochet sembrerebbe la descrizione del Vaticano. Per quanto mi riguarda, il calcio e' uno sport che ho smesso di seguire dopo aver letto la biografia di Carlo Petrini; meglio i combattimenti all'arma bianca dei bambini-soldato imbottiti di polvere d'angelo: sono meno immorali. Uno dei capi cricca sarebbe Beppe Signori, uno che puntava su qualunque cosa. Era così schiavo del gioco che una volta scommise di riuscire a farsi espellere per due volte nella stessa partita. Quella volta perse: l'arbitro aveva scommesso con suo cognato che avrebbe espulso Signori tre volte prima del 90esimo. Per non parlare di Marco Paoloni, un portiere che taroccava le partite sciogliendo farmaci nelle bevande dei suoi compagni di squadra, a loro insaputa, per stordirli e farli giocare male come Felipe Melo. A loro insaputa? Magari ha usato lo stesso farmaco che hanno sciolto nel chinotto di Scajola quando lo hanno stordito per regalargli a sua insaputa la casa vista Colosseo. Comunque sia, con Paoloni si è ritornati a parlare anche di farmaci usati per condizionare le partite. Non necessariamente farmaci illeciti, sia chiaro. Tra integratori, ricostituenti e vitamine i calciatori sono veri e propri distributori ambulanti di principi attivi: Melissa Satta è guarita dalla faringite dopo un bacio con risucchio a Vieri. Poi ci sono anche i farmaci somministrati illecitamente, ma questo è un articolo sul calcio, non sulla Juventus. Dalle ultime intercettazioni pare che anche la camorra abbia giocato un ruolo di primo piano nell'addomesticamento di alcune partite di serie A, ma l'ufficio stampa del clan di Miano ha respinto le accuse minacciando azioni legali da parte dei propri avvocati per tutelare l'immagine del clan camorristico.
(Nella foto Beppe Signori pensa a come organizzare una scommessa che coinvolga un tostapane, un criceto, un ombrello rotto, un orefizio anale e 4 missili terra-aria)
Dal mio blog sul sito de Il Fatto Quotidiano
La vittoria del SI ha evidenziato per l'ennesima volta l'arretratezza e la provincialità degli italiani. Mentre nei paesi più avanzati come il Giappone si è scelto ormai da anni di affidarsi a tecnologie d'avanguardia che garantiscono, dopo lente e dolorose agonie, morti atroci ma moderne, in Italia si preferisce ancora ricorrere a metodi arcaici e superati (fumo, incidenti stradali, Michele Misseri) che non danno lustro alla nostra immagine. Il rifiuto del nucleare ci ha impedito di riconquistare lo spazio mediatico che meritiamo e di godere di quell'attenzione internazionale che abbiamo faticosamente guadagnato nel corso degli anni grazie alla qualità del nostro genio: la moda, l'arte, la pizza, Cosa Nostra. Grazie alla tragedia di Fukushima, il Giappone ha ricevuto un'attenzione senza precedenti che gli ha permesso di occupare le prime pagine di tutti i media del mondo senza portarsi a letto alcuna nipote di Mubarak. D'accordo, il Giappone deve ringraziare Madre Natura che gli garantisce terremoti spaventosi e tsunami hollywoodiani, ma l'Italia non avrebbe nulla da invidiare alle tragedie giapponesi se solo ci fosse stato da parte di tutti noi il coraggio di osare un po' di più. Il Governo e gli speculatori ce l'hanno messa tutta, ma al momento decisivo è venuta fuori la pigrizia dell'italiano medio. Nel nostro paese si verifica ogni anno uno scempio di risorse naturali che dovrebbe farci riflettere: il nostro sottosuolo è dotato di terremoti di ottima fattura che però al massimo vengono sprecati per radere al suolo paesini e case degli studenti. Per non parlare dei nostri costruttori. Abbiamo la fortuna di avere imprenditori coscienziosi che in zone sismiche tirano su edifici con sabbia di fiume; con l'aiuto della natura e la competenza tecnica delle nostre imprese edili avremmo potuto avere la prima tragedia nucleare nel giro di una quindicina d'anni.
Dal mio blog sul sito de Il Fatto Quotidiano
Il corteo di auto blu scortato dalle volanti sta facendo il suo ingresso a Villa S.Martino; è già entrato dal cancello principale senza che la vigilanza attivi alcun controllo quando all'improvviso il capo della sicurezza interna ferma tutto e si precipita a controllare chi occupi le auto. Si è ricordato di colpo che negli ultimi mesi il bunga bunga non si tiene più ad Arcore ma a Villa Gernetto a Monza, nella sede dell'Università delle Libertà e che perciò nelle vetture non possono esserci ragazze sconosciute, papponi e prostitute; è meglio controllare: potrebbero esserci persone oneste. Per di più maggiorenni. All'interno delle auto non ci sono igieniste dentali con mandati di perquisizione sexy, ma i vertici della Lega con Renzo Bossi, che il padre ormai porta sempre con sé da quando lo ha visto perdere i sensi nel tentativo di usare per la prima volta il congiuntivo: anche se dall'incidente è passata quasi una settimana non se la sente di lasciarlo solo. Entrati in casa, i leghisti fanno il punto della situazione e cercano di appianare le divergenze del post elezioni con Berlusconi e i suoi luogotenenti. La discussione si anima subito, ma i primi feriti possono essere soccorsi solo circa due ore dopo l'inizio del summit a causa del napalm sganciato da Maroni che ostacola l'atterraggio delle eliambulanze. Le sventagliate di mitra e le esplosioni al fosforo bianco provenienti dall'interno vengono interpretate dai giornalisti assiepati fuori come sintomatiche di un clima poco sereno tra Pdl e Lega. Alfano però, prima di perdere i sensi a causa di una bottigliata sferratagli alla nuca da Reguzzoni, ha il tempo di affacciarsi e dichiarare alla stampa che non c'è nessun contrasto, che il Governo arriverà a fine legislatura perchè l'alleanza tra Pdl e Lega è “collaudata e robusta”. Il suo corpo esanime è usato da Ghedini come sacco di sabbia. Berlusconi intanto riesce a respingere le pallottole grazie allo scudo di cerone, ma durante la ritirata inciampa su Renzo Bossi che poco prima era svenuto nel tentativo di usare il congiuntivo: Berlusconi riesce a scappare, ma Tremonti viene raggiunto e catturato da una ronda leghista. Per la sua liberazione Bossi chiede come contropartita l'apertura a Milano di uffici di rappresentanza di alcuni ministeri e la fucilazione immediata di Apicella. Il summit è durato circa tre ore e si è concluso solo quando i Caschi blu dell'Onu sono riusciti a stanare Calderoli da uno sgabuzzino con sei kg e mezzo di salsicce.
(Nella foto. Villa S. Martino al termine del vertice Pdl-Lega
Che riposi in pace. Dal mio blog su Il Fatto Quotidiano le ultime ore di vita di un uomo che ha speso i suoi giorni all'insegna della coerenza.
A Ceppaloni regna l'incredulità. Il neon con la scritta “Affittasi politico lunga esperienza prezzi onesti” che da anni sormonta il tetto di villa Mastella è spento per la prima volta. Non lampeggia più. Scilipoti si è già interessato per portarselo a casa ma concretizzerà l'offerta solo quando il suo carrozziere di fiducia gli dirà se è possibile installarlo sull'auto blu. Intanto la fila di questuanti che ogni giorno aspettava paziente il proprio turno davanti all'entrata dei servitori è allo sbando: un domestico ha appena annunciato che le raccomandazioni sono momentaneamente sospese e che verranno ripristinate non appena possibile. “Ancora non ci credo” dichiara in lacrime una Sandra Lonardo distrutta dal dolore mentre si asciuga gli occhi con un avviso di garanzia. “Stava bene; da settimane fantasticava sul come vendersi al miglior offerente in vista del ballottaggio Morcone-Lettieri. Era eccitato come un piromane cinese davanti ad un tibetano innaffiato di benzina: non era così felice dai tempi in cui fece trasferire De Magistris. De Magistris, sempre lui. A proposito della sua candidatura disse pubblicamente che si sarebbe suicidato se il magistrato fosse arrivato al ballottaggio. Lunedi sera eravamo tutti sereni nonostante il risultato. In fondo la sua era stata solo una promessa elettorale, quindi eravamo certi che non si sarebbe mai tolto la vita. A meno che qualcuno non gli avesse dato in cambio una poltrona. L'ho trovato io. Un vero choc: non tanto perché era morto, ma perché per la prima volta aveva mantenuto una promessa elettorale”.
Dal mio blog sul sito de Il Fatto Quotidiano una verità sconcertante.
Messi da parte gli insulti, Silvio Berlusconi si lancia finalmente in un'analisi politica ragionata dichiarando che “gli esponenti dell'opposizione non si lavano molto.” Quella che ai meno informati sembra solo l'ennesima offesa, è invece una lucida disanima. Proprio la scarsa cura del corpo starebbe dietro ad una delle gaffes più clamorose dell'opposizione. Ma non solo. La mancanza di igiene è alla base dell'ideologia stessa del partito che Veltroni volle chiamare PD: non “Partito Democratico” ma “Poco Deodorante”. La poca igiene sarebbe anche la vera causa della fuga di Rutelli. Per Rutelli, all'inizio favorevole ad una pulizia approssimativa, il partito aveva virato verso una trascuratezza ormai troppo lontana dai valori cristiani. Come conseguenza, Rutelli è andato via e ha fondato l'Api: “Aggiungiamo Più Igiene”. Ma andiamo con ordine. Nel 2009 l'assenza di 59 deputati del Pd regalò di fatto lo scudo fiscale al governo Berlusconi: tra gli assenti Franceschini, Bersani e D'Alema. Pochi sanno che i tre in realtà si incamminarono verso il Parlamento. Ecco cosa accadde. Franceschini si perse: i miasmi sprigionati dal suo alito durante uno sbadiglio innescarono una reazione chimica che diede vita ad una cappa di nebbia così fitta da non consentirgli l'orientamento. Fu ritrovato due giorni dopo in un campo di pomodori del varesotto in stato confusionale: diceva di essere il leader di un partito d'opposizione. Allertata da un tanfo ripugnante, la cuoca di una trattoria di Trastevere uscì guardinga nel vicolo adiacente alla sua cucina. Proprio in quel momento stava transitando Massimo D'Alema che...
(nella foto un gruppo di esperti seleziona i candidati dell'opposizione. Solo l'ascella che riuscirà a stordire l'esperto che le sta annusando potrà sperare nella candidatura)
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