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Non perdete la seconda puntata...;)
Le notizie come le avrebbe commentate il proctologo di Kafka ovvero il lato oscuro della Satira.
Dal mio blog sul sito de "Il Fatto Quotidiano"
Amici padani,
Dopo una tormentata riflessione ho deciso, da solo e senza che qui ci sia nessuno alle mie spalle a sillabare parola per parola, di dimettermi da consigliere regionale della Lombardia. Sono sereno e ho piena fiducia nella magistratura italiana: tempi biblici nei processi e un occhio chiuso per i potenti. Mi dimetto senza essere indagato (per quello c'è tempo, sono giovane e ho ancora tanti reati davanti a me), a differenza di molti miei colleghi consiglieri: nel Pirellone ci sono così tanti indagati che sembra un consiglio regionale. Ma me ne vado senza rimpianti. Tanto ormai nel consiglio regionale mi annoiavo. Lo avevo detto anche a mio papà: “Papà, le riunioni del consiglio sono noiosissime: la Minetti ha capito che metto sempre l'incrociatore su B5 e mi affonda tutte le navi in meno di cinque minuti”. Lui mi aveva detto di resistere, che era un posto che dovevo tenermi stretto perché stavano per arrivare tempi duri per i raccomandati padani: Alemanno ha finito le poltrone del Lazio su cui piazzare i parenti e sta già prendendo informazioni sugli uffici pubblici della Lombardia per sistemare otto zie di sua cognata. Mio padre. Non faccio mistero di come il cognome che porto mi ha aiutato. Ma mi ha anche gettato in prima linea e costretto a guadagnare 10mila euro al mese senza alcun merito o sforzo. Pure lui si è dimesso, e anche se d'ora in avanti potrà pulirsi il culo col Tricolore non più da segretario ma da semplice militante, resta il modello da cui ho preso esempio, nella vita e in politica, cercando di mutuare nel quotidiano i valori con cui ci ha sempre cresciuti: analfabetismo, razzismo e opportunismo. Chiedo solo ai 13mila padani che mi hanno votato di continuare a credere in me, promettendo, in cambio, di continuare a pensare solo ai cazzi miei.
Renzo Bossi
Dal mio blog sui sito de Il Fatto Quotidiano
Il mondo del calcio è sotto shock per i recenti sviluppi dell'inchiesta sul calcio scommesse. Secondo le ultime rivelazioni, nel campionato di serie A dello scorso anno potrebbero essere ben 4 le partite concluse regolarmente senza alcuna combine. In diverse intercettazioni telefoniche ora al vaglio degli inquirenti, alcuni giocatori farebbero riferimento a partite del girone di ritorno commentandole esclusivamente da un punto di vista tecnico senza usare nomi in codice né alludendo a denaro. Le ipotesi di reato sono di associazione a delinquere finalizzata all'onestà sportiva e intralcio al riciclaggio di denaro sporco. Le autorità sportive hanno promesso tempi brevi per identificare i responsabili di una notizia che, se confermata, potrebbe gettare ulteriore fango su uno sport che sta facendo di tutto per riguadagnare credibilità dopo che lo scorso dicembre il ct Prandelli aveva convocato in nazionale un giocatore del Gubbio come premio per aver rifiutato di vendere delle partite. I calciatori sono increduli: “Scendiamo in campo convinti che sia già tutto combinato, ci alleniamo duramente tutta la settimana per truccare al meglio gli incontri e sapere che qualche mela marcia tradisce la buona fede dei tifosi giocando onestamente qualche partita ci fa male, come atleti e come uomini”. Intanto, il clan degli zingari ha diramato un comunicato stampa in cui afferma che si costituirà come parte offesa per tutelare la sua immagine. Fortunatamente, a rasserenare gli animi, è giunta la notizia dell'arresto di Andrea Masiello che avrebbe ammesso di aver venduto il derby Bari-Lecce per 300 mila euro. I tifosi veri, quelli che ogni domenica fanno centinaia di chilometri per minacciare i propri calciatori se non vendono le partite, hanno appreso la notizia con fiducia, sperando che anche le restanti partite sotto inchiesta risultino truccate.
Dal mio blog sul sito de Il Fatto Quotidiano.
Quando le idee regalo scarseggiano, la Bolaffi corre in tuo aiuto con una serie di proposte dal gusto raffinato. Il 27 marzo saranno messi all'asta 17 volantini delle Brigate Rosse tra cui spicca il documento del 15 aprile '78 in cui viene ufficializzata la condanna a morte di Aldo Moro. Ideale da appendere in soggiorno accanto alle foto dei vostri bambini, il volantino della condanna a morte valorizza qualunque mobilio grazie alla spigliatezza del testo e alla freschezza grafica della stella a cinque punte. La presenza sul foglio della prestigiosa firma nostrana “Brigate Rosse” ne certifica la provenienza made in italy, anche se a tutt'oggi non è ancora chiaro se il merito dell'intera operazione debba essere condiviso con partnership straniere. Una volta aggiudicato, il volantino sarà fatto ritrovare al fortunato vincitore tramite una telefonata anonima, in un luogo rigorosamente pubblico. Chi acquisterà l'intero pacchetto comprendente i 17 documenti sarà omaggiato con un esclusivo depistaggio inedito griffato Francesco Cossiga. Vista la difficoltà di mettere le mani su questo prestigioso cimelio, i bene informati riferiscono come alcuni potenziali acquirenti stiano cercando la mediazione della Banda della Magliana per accaparrarsi l'oggetto. La base d'asta è di 1500 euro, ma la Bolaffi è disposta a trattare. Sempre che la DC non si metta un'altra volta di traverso. E' mistero su chi abbia messo all'asta i documenti e su come ne sia giunto in possesso, ma ciò che ci interessa davvero è che non finiranno a marcire in un museo o in qualche fondazione, come sfortunatamente è accaduto per la Renault 4 che ha ospitato il cadavere dello statista. Intervistato a proposito dell'asta, Giulio Andreotti è caduto dalle nuvole: “Ma davvero? No, non ne sapevo nulla...Hanno rapito Aldo Moro??”
(Nella foto, Aldo Moro posa per il catalogo Bolaffi)
Dal Misfatto del 18 marzo
Razzismo verso l'Islam, luoghi comuni e stereotipi, frasi volgari, discriminazione verso le minoranze. Quando ha sentito questo elenco, Borghezio credeva che stessero snocciolando i requisiti richiesti per frequentare un master della Lega. Poi gli hanno spiegato che si trattava delle accuse rivolte da un gruppo di studiosi, il Gherush92, alla Divina Commedia. Ed è in quel momento che ha capito di aver finalmente trovato un buon motivo per imparare a leggere. Secondo il Gherush92, il capolavoro della letteratura italiana è così pericoloso che meriterebbe lo stesso destino della Gelmini: essere tenuto il più lontano possibile dagli studenti. Dalle accuse si deduce come Dante Alighieri fosse la Daniela Santanché del 1300. Forse con meno silicone, con meno quote del Billionaire, ma con le stesse idee medioevali. Non avendo un salotto di Vespa dove esporre le sue teorie, Dante pensò bene di convogliare tutte le sue idee razziste in un libro. I passaggi incriminati sono tanti, ma sono soprattutto quelli contro le altre confessioni religiose e gli omosessuali ad aver fatto storcere il naso al Gherush92: “Passaggi così violenti che per un attimo ci è sembrato di leggere il Vecchio Testamento”. In difesa di Dante si potrebbe argomentare che non pensasse davvero quello che scriveva, ma che seguisse l'esempio di Povia: trattare testi spinosi a prescindere dalle proprie convinzioni per guadagnare posti nelle hit parade. Ma poi uno si ferma a riflettere e pensa che Dante non ha bisogno di essere difeso da accuse così ridicole. Ad ogni modo, Roberto Benigni non l'ha presa bene: se la Divina Commedia dovesse perdere punti sarebbe costretto a cambiare registro: dovrebbe tornare a far ridere e non è affatto facile riprendere un mestiere abbandonato decenni fa.
Vieni a molestarmi anche sul mio blog sul sito de Il Fatto Quotidiano
Secondo la teologa inglese Susan Cornwell, Gesù avrebbe potuto avere sia organi sessuali maschili che femminili, nascondendo la femminilità nelle parti intime nonostante un'esteriorità chiaramente maschile. Un'ipotesi che non si può escludere: il corpo non c'è e non si può esaminare. Teoria che vale anche per Bin Laden: nascondeva un clitoride sotto quella folta barba da macho? E' quello che sta cercando di capire la Cia nel Maryland. Ad ogni modo, le teorie della Cornwell sulla sessualità di Cristo ci spingono verso questa domanda: per quale motivo Gesù non ha voluto far ritrovare il suo corpo? Cosa voleva nasconderci? Era davvero ermafrodita come non esclude la Cornwell? Oppure è sparito perché non voleva farci vedere un tatuaggio imbarazzante, conseguenza magari di qualche serata allegra nei pub della Galilea in compagnia degli apostoli? Oppure i segni sul braccio, frutto della ricerca di un paradiso artificiale nella migliore tradizione degli hippie? Gesù si bucava perché non credeva in Dio? Oppure perché sapeva di dover morire anche per gente come Giovanardi? Non lo sapremo mai, però e' curioso notare come esistano strane analogie tra Gesù e Mike Bongiorno: tutti e due hanno subìto torture indicibili prima della morte (flagellazione e crocifissione per il primo, una conduzione con Antonella Elia il secondo) e tutti e due sono spariti dopo la sepoltura. Le famiglie di entrambi si sono date da fare per recuperare la salma del loro congiunto, ma solo quella di Mike è stata ritrovata, confusa tra gli spettatori di Forum. E' vero che Giuseppe e Maria non potevano permettersi appelli e ospitate a Mediaset, ma che fine ha fatto il corpo di Cristo? E soprattutto, è attendibile la confessione di Michele Misseri?
(Nella foto Gesù ha appena realizzato di essere morto anche per Giovanardi)
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