Che tempo che fa
Marco Travaglio va da Fazio, parla di Schifani e delle sue sconvenienti amicizie di venti anni fa e scoppia il putiferio. La cosa buffa è che non si tratta di notizie nuove perché erano già state pubblicate da Lirio Abbate (che è sotto scorta in quanto minacciato dalla mafia) e Peter Gomez ne “I complici” e dallo stesso Travaglio nel suo ultimo libro, sempre in collaborazione con Gomez. Nessuno aveva alzato alcun polverone perché in Italia si legge poco e finché tutto resta confinato ai libri possiamo far finta di nulla. Ma ieri Travaglio ne ha parlato in tv e ha potuto così raggiungere persone che hanno come unico riferimento culturale “Buona Domenica” e Pippo Baudo e che, come le ultime elezioni hanno dimostrato, sono la maggioranza del paese. E questa è una cosa pericolosa. Dopo l’avvertimento a Santoro della settimana scorsa ora tocca a Travaglio che viene attaccato da tutti: dal Pdl, dal Pd e dai vertici Rai. Fazio stasera ha letto un comunicato in cui chiede scusa per le dichiarazioni di Travaglio e dice di non essere colpevole di nulla: senza rendersene conto traccia un bilancio della sua carriera in cui dice di non avere mai avuto questo tipo di problemi. Vantandosene pure. Ma se Fazio è passato indenne tra ukase vari un motivo ci deve pur essere: è inoffensivo e questa è l’unica qualità indispensabile per fare televisione oggi. Mentre leggeva il comunicato ho provato vergogna per lui.
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