18 marzo 2013

Occhio per occhio



Da "Il Ruvido" del 16 marzo 2013

A causa di importanti problemi di salute, una uveite fulminante, Silvio Berlusconi ha subìto un breve ricovero. Casualmente, nelle stesse ore avrebbe dovuto presenziare ad alcune udienze in cui era protagonista come imputato. Come tutti sappiamo, Berlusconi non ha mai cercato scuse per farsi processare, nonostante l'evidente accanimento da parte della magistratura politicizzata nei suoi confronti; l'uveite, inoltre, è, insieme alle pellicine delle unghie e alla forfora, una delle malattie più invalidanti conosciute dall'uomo. Tutto ciò non è bastato a fugare i dubbi dalle menti malfidate dei pm che gli hanno mandato in ospedale una visita fiscale che avrebbe appurato come non fosse presente alcun impedimento alla sua presenza in aula.
Ghedini è scioccato: “Berlusconi ha seri problemi agli occhi: un'infermiera super maggiorata dal fisico di un'igienista dentale si è piegata mostrando il davanzale e lui non ha battuto ciglio. Quale prova più evidente?” Alessandra Mussolini e Debora Bergamini hanno espresso solidarietà a Berlusconi lamentando come questo accanimento stia procurando disturbi fisici al leader del Pdl.
Berlusconi non è il primo caso. Ecco un paio di precedenti in cui vogliamo evidenziare come la magistratura politicizzata abbia da sempre causato danni fisici e morali alle sue vittime.
Adolf Hitler aveva sempre espresso stima e ammirazione per la giustizia non politicizzata, ma non aveva mai lesinato critiche su quei magistrati che non appartenevano al Terzo Reich. Durante l'invasione di Berlino, confidò al suo cane che si sarebbe consegnato volentieri ai russi per farsi processare; era sceso in campo per il bene del suo Paese, anche contro voglia, ma era certo che non si sarebbe trattato di un processo sereno, ma di un processo politico. Per questo, dopo aver avvelenato il cane, si tolse la vita perché non trovò sotto mano un medico che gli diagnosticasse la congiuntivite.
Al Capone era un benefattore, un disinteressato uomo d'affari che rispose prontamente al bisogno d'alcol dei suoi concittadini. A quel tempo l'alcol era illegale, ma il suo senso civico gli impose di mettere da parte ogni remora e di andare incontro alle richieste degli abitanti di Chicago. Sapeva che la Giustizia lo avrebbe perseguitato, ma la sua era una missione. Inondò la città di alcol, fece uccidere Sean Connery e regalò al cinema la frase “Sei solo chiacchiere e distintivo”, una delle più belle di sempre. Kevin Costner lo fece arrestare e sbattere in galera per evasione fiscale. In carcere morì di sifilide. Un'altra vittima delle toghe rosse. La storia gli ha poi regalato una piccola vendetta: Kevin Costner, l'intoccabile che aveva messo su il processo contro di lui, è sparito dal cinema.

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