1 marzo 2013

Ratzi se ne va


Da "Il Ruvido" del 23 febbraio 2013

Il 28 febbraio, alle 20 in punto, Benedetto XVI si toglierà l'anello e perderà i suoi superpoteri tornando ad essere un comune mortale di 86 anni: andrà a fare la spesa alla Coop, comprerà i gratta e vinci dal tabaccaio e darà consigli ai manovali che stanno scavando per rendere ancora meno efficace la rete fognaria della capitale. Una volta tolto l'anello smetterà anche di parlare tedesco; in realtà Ratzinger parla da sempre un italiano perfetto: il tedesco gli serviva per incutere più timore durante le invettive contro i gay. Dopo l'annuncio delle dimissioni, la Chiesa è entrata nel pallone più totale: non aveva la più pallida idea di cosa fare. “Il vecchio si è dimesso? E ora dove lo mettiamo? Come lo dobbiamo chiamare?”
Se almeno Ratzinger avesse avuto la delicatezza di uscire di scena come i suoi predecessori, con i piedi davanti, il protocollo sarebbe stato bello chiaro, semplice e collaudato dall'esperienza secolare. Se proprio non voleva morire di morte naturale gli si poteva dare una mano come nel caso di Papa Luciani, bastava semplicemente dirlo: “Bella raga, non ci sto più dentro. Non mi dimetto per non mettervi nei casini che poi non sapete come regolarvi; facciamo così: stasera vado in camera, leggo qualche stronzata di Fabio Volo, un paio di flessioni e poi a mezzanotte vi faccio uno squillo, voi mi fate una bella camomilla corretta al cianuro, mi imbalsamate di corsa senza farmi fare l'autopsia e siamo tutti contenti, ok?”.
E invece si è dimesso. Un fulmine a ciel sereno. Alcuni sacerdoti erano così sconvolti dalla notizia che hanno rinviato lo stupro settimanale dei chierichetti al giorno dopo. Ufficialmente, Benedetto XVI si è ritirato per motivi di salute, ma si mormora che abbia gettato la spugna perché il Vaticano è un ambiente malsano, pieno di brutti ceffi. Tutti credono che le guardie svizzere siano lì per tutelare il Santo Padre dagli attacchi esterni, ma in realtà sono state assoldate a causa dei conflitti a fuoco tra le gang dei cardinali.
Anche Wojtyla sapeva che il Vaticano era un postaccio; dopo l'attentato era sempre in giro per il mondo. Perché si è fatto fotografare con Pinochet? Semplicemente per intimorire i cardinali: “Credete di farmi paura? Attenti che anche io ho amici nella mala internazionale”. Stessa cosa per Marcinkus: ha voluto tenerselo in casa come deterrente per i male intenzionati. Come Berlusconi aveva fatto con Mangano. Con la differenza che Mangano aveva uno spessore etico maggiore di Marcinkus.
Eppure Ratzinger era stato un componente della gioventù hitleriana, sapeva bene cosa volesse dire essere a contatto ogni giorno con gente senza scrupoli! Poi ha visto quello di cui sono capaci i cardinali quando hanno paura che qualcuno gli tolga la marmellata dal pane e ha rivalutato la moralità del Terzo Reich.
A marzo ci sarà il Conclave. Pellegrini di tutto il mondo verranno in Italia per assistere all'elezione del nuovo Papa, aspettando la lieta notizia mortificandosi e purificandosi attraverso il martirio: usando i mezzi pubblici di Roma. Ma di questo ne parleremo più avanti.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

i pellegrini non sanno che tutto sarà gentilmente offerto dallo stato italiano

silvio di giorgio ha detto...

lo sanno, però secondo me gli piace...il masochismo è una forma di piacere radicata nell'italiano medio