19 aprile 2008


4 giorni dopo il disastro
Pochi attimi dopo la chiusura dei seggi, prima ancora dei famigerati exit poll, sondaggisti e improbabili esperti di statistica già analizzavano in tv le proiezioni delle proiezioni con dati inquietanti: Veltroni era dato per vincitore. Ho capito che non c’era molto da fidarsi solo qualche minuto dopo, quando De Gasperi era dato in vantaggio su Nenni e Gerry Scotti. Quasi 10 punti percentuale hanno separato Berlusconi da Veltroni. Dopo soli 4 giorni dal trionfo del Cavaliere con macchia e senza vergogna l’aria è già pregna d’arroganza. Il margine mostruoso con cui Berlusconi ha distanziato Veltroni gli permette di sognare ad occhi aperti: in sostanza Berlusconi sente di poter far passare qualunque legge gli frulli sotto il cranio rizollato. Una mattina si sveglia e vuole dichiarare illegali le caramelle all’anice? Ha i numeri per farlo. Il giorno dopo vuole depenalizzare l’incaprettamento? Ha i numeri per farlo. Vuole organizzare un’orgia con 30 showgirls e 150 attricette? Ha i numeri (di telefono) per farlo. Nella prima conferenza stampa ha affermato, tra altre perle, che la vita di tutti sarebbe migliore se non ci fossero i giornali; bene, il pesce lo incarteremo con le videocassette del Tg4 e asciugheremo i vetri con i baffi di Mimun. Il margine con cui Berlusconi ha vinto è stato sorprendente. Secondo me ci sono pochi dubbi: le elezioni sono state truccate dalla CIA; a Bush piacciono troppo le barzellette scollacciate: come Berlusconi non le racconta nessuno, mentre Veltroni non fa ridere. Volontariamente almeno. A proposito… qualcuno sa dirmi che fine farà il suo torpedone elettorale? La sinistra è scomparsa dal Parlamento, ma Diliberto l’ha presa bene: sono bastate solo due scariche elettriche nei genitali per calmarlo. Bertinotti è stato assunto come precario in un Mc Donald’s e Giordano ha aperto un chiosco di granite alla stazione Termini. L’unica nota positiva sembra essere stata la stroncatura totale di Ferrara: il suo movimento ha preso meno voti della monaca di Monza. (nella foto i nuovi deputati del PDL si esercitano con un cartellone prima di iniziare con noi)

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