B Factor
In una video intervista capolavoro rilasciata all’orticante Klaus Davi, l’imperturbabile Marcello Dell’Utri, bibliofilo dalla fedina penale macchiata come la pelle di un dalmata, ha ricordato commosso il fu Vittorio Mangano, già fattore (Mangano era fattore, non stalliere. Bisogna essere precisi: basta poco per infamare un galantuomo) con coppola e lupara della capitale berlusconiana. Lo stesso “Cavaliere con macchia e senza vergogna” aveva tempo fa (vedi post “Sono tornato” all’interno di questo blog) ricordato con affetto il fu Vittorio Mangano durante un discorso wagneriano in cui aveva anche invocato a gran voce la riabilitazione politica e sociale di Dell’Utri, condannato ingiustamente in primo grado dai magistrati leninisti a 9 anni per, si legge nel capo d’imputazione, “concorso nelle attività dell’associazione armata di tipo mafioso denominata Cosa Nostra… partecipando personalmente a incontri con esponenti anche di vertice di Cosa Nostra… tra cui Bontate, Teresi, Pullarà, Mangano, Cinà, Di Napoli, Ganci, Riina e Graviano”. Ieri il buon Marcello ha definito il fu Vittorio Mangano un eroe. Un eroe perché, nonostante il cancro, ha preferito morire agli arresti piuttosto che morire tra gli agi che gli avrebbe procurato la sua testimonianza contro Dell’Utri e Berlusconi. Grazie Vittorio. L’imperterrito Marcello continua dicendo che Mangano è “morto per causa mia”. Per questo il nome suo sarà benedetto, scolpito a caratteri d’oro nel cuore del Padre B, ricordato con deferenza in ogni gazebo evangelizzatore e cantato da mille Apicella nell’alto dei cieli. I maligni sostengono che sia stato un messaggio di Dell’Utri indirizzato ai mafiosi siciliani in vista delle imminenti elezioni, ma io insorgo e trasecolo contro tanta audace meschinità! Un’intervista per raccattare i voti dei mafiosi! Suvvia! Per queste cose c’è il telefono.
In una video intervista capolavoro rilasciata all’orticante Klaus Davi, l’imperturbabile Marcello Dell’Utri, bibliofilo dalla fedina penale macchiata come la pelle di un dalmata, ha ricordato commosso il fu Vittorio Mangano, già fattore (Mangano era fattore, non stalliere. Bisogna essere precisi: basta poco per infamare un galantuomo) con coppola e lupara della capitale berlusconiana. Lo stesso “Cavaliere con macchia e senza vergogna” aveva tempo fa (vedi post “Sono tornato” all’interno di questo blog) ricordato con affetto il fu Vittorio Mangano durante un discorso wagneriano in cui aveva anche invocato a gran voce la riabilitazione politica e sociale di Dell’Utri, condannato ingiustamente in primo grado dai magistrati leninisti a 9 anni per, si legge nel capo d’imputazione, “concorso nelle attività dell’associazione armata di tipo mafioso denominata Cosa Nostra… partecipando personalmente a incontri con esponenti anche di vertice di Cosa Nostra… tra cui Bontate, Teresi, Pullarà, Mangano, Cinà, Di Napoli, Ganci, Riina e Graviano”. Ieri il buon Marcello ha definito il fu Vittorio Mangano un eroe. Un eroe perché, nonostante il cancro, ha preferito morire agli arresti piuttosto che morire tra gli agi che gli avrebbe procurato la sua testimonianza contro Dell’Utri e Berlusconi. Grazie Vittorio. L’imperterrito Marcello continua dicendo che Mangano è “morto per causa mia”. Per questo il nome suo sarà benedetto, scolpito a caratteri d’oro nel cuore del Padre B, ricordato con deferenza in ogni gazebo evangelizzatore e cantato da mille Apicella nell’alto dei cieli. I maligni sostengono che sia stato un messaggio di Dell’Utri indirizzato ai mafiosi siciliani in vista delle imminenti elezioni, ma io insorgo e trasecolo contro tanta audace meschinità! Un’intervista per raccattare i voti dei mafiosi! Suvvia! Per queste cose c’è il telefono.
1 commento:
hehe ma sai che ieri sera ho scritto un post-forocopia?
www.kazinger.splinder.com
ma sai che non riesco ad aprire il sito d sabina tu si?
aggiungimi a msn se vuoi kazinger@live.it
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